Andrea Scanzi porta in teatro il suo “Renzusconi”

Rubrica culturale di Roberto Greco

Debutta questa alle ore 21:00, presso la Nuova Sala Garibaldi di Carrara, “Renzusconi, il nuovo spettacolo teatrale di Andrea Scanzi. Aretino di nascita, giornalista dal 1997, esordisce con una tesi il cui titolo era “Amici fragili”, un interessante lavoro di analisi sulla prima generazione del fenomeno cantautoriale italiano. Ha scritto per il Mucchio Selvaggio, Zonedombra, poi per Il manifesto, Il Riformista, L’Espresso, Rigore, MicroMega e poi ancora Linea Bianca, Tennis Magazine, Grazia, Donna Moderna. Dal 2005 al 2011 ha scritto su La Stampa, occupandosi principalmente di cultura e spettacoli. Ma, per sua stessa dichiarazione, comincia a farsi mal sopportare da molti perché inizia a occuparsi senza limite di altri argomenti quali sport, politica, costume, sociale, enogastronomia e sadomaso. Sommelier degustatore ufficiale (AIS) e assaggiatore di formaggi (ONAF), Scanzi è un ottimo analista e critico musicale. Giurato del “Premio Tenco” e del “Premio Bertoli”, è anche il direttore artistico del “Premio Pigro”, dedicato a Ivan Graziani. Artista che proprio Andrea Scanzi ha fatto riemergere dall’oblio che lo attanagliava, pur essendo uno dei più grandi autori musicali italiani.

La Sony l’ha scelto come unico giornalista italiano per un’intervista a Roger Waters, che Scanzi, e non solo, considera Dio. Lo stesso Scanzi, sul suo blog, il 26 agosto 2017 scrive “Avrei dato tutto per intervistare Roger Waters. Persino la mia collezione di film sadomaso in VHS”. Scanzi oggi scrive anche per Il Fatto Quotidiano ed è spesso ospite di talk-show televisivi.

Autore instancabile di libri e di pièce per il teatro, nello scorso novembre ha presentato il suo ultimo libro “Renzusconi”, edito da Paper First con prefazione di Marco Travaglio, giunto alla sua quinta edizione in sole quattro settimane. La sua sintesi sul libro: “È il libro su Renzi che tutti attendevano. Ma proprio tutti. Tranne Renzi.”. Oggi il libro è diventato uno spettacolo teatrale “di e con Andrea Scanzi”, prodotto dalla società editoriale “Il Fatto s.p.a.”.

L’ironico e graffiante ritratto dell’ex-premier, il cui format è analogo a quello che già Scanzi aveva utilizzato per il suo spettacolo su Giorgio Gaber, prevede una narrazione intervallata da filmati. Scanzi è solo sul palcoscenico. Alle sue spalle c’è un grande schermo su cui scorrono le gesta di Matteo, l’allievo ripetente di Silvio, il luciferino maestro. Sullo schermo passeranno, via via, le immagini dei piccoli politici che costellano la vita della nostra Repubblica ma anche il ricordo della non elezione al Quirinale di Rodotà o il silenzio di Benigni. In “Renzusconi” c’è tutta l’essenza di un paese tanto bello quanto, spesso, capovolto. “Renzusconi” attraverserà i teatri italiani da qui al 4 marzo, giorno delle elezioni politiche del prossimo marzo, da cui potrebbe nascere il “renzusconismo” definitivo della penisola: ovvero l’inciucio perenne.

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