La Cardinale, da La Goulette a Cannes

La Rubrica del Greco

Scrivere di Claudia Cardinale è avventurarsi all’interno di un vasto mondo che, ancora oggi, fatica a contenerla. Tutt’ora attiva, dodici film negli ultimi cinque anni, nel 2017 con “Nobili bugie” di Antonio Pisu, è tornata a percorrere la passerella di Cannes. La sua famiglia era di origini siciliane e visse il grande esodo che vide il popolo dell’isola cercare, nelle sponde opposte del Mar Mediterraneo, una via di fuga dalla miseria. Dopo il trasferimento della famiglia a La Goulette, nasce Claudia. Irrequieta, a volte controversa, bizzarra e selvaggia. Queste le parole usate per definire questa bellissima ragazza. Siamo all’inizio degli anni cinquanta. Era il periodo in cui la Francia considerava la Tunisia come una sua naturale estensione territoriale e molti cineasti e documentaristi francesi realizzavano film ambientati nelle splendide location offerte dal Paese.

La casa di Claudia Cardinale a La Goulette, in Tunisia
Nel 1957 Renè Vautier, documentarista specializzato nei temi del colonialismo francese in Africa, realizza un cortometraggio ambientato a La Goulette che ha come protagoniste le allieve della scuola. Il film sarà presentato al Festival di Berlino. Solo il primo piano di Claudia, nella moltitudine di giovani visi femminili, viene notato da Jacques Baratier, altro regista francese, che la vuole come co-protagonista femminile per il suo “Goha”. “I giorni dell’amore”, questo il titolo italiano del film, è interpretato da un giovane e talentuoso attore egiziano, Omar Sharif. Il riscontro internazionale nei confronti della Cardinale fu immediato, complice anche la vittoria del titolo “La più bella italiana di Tunisia”. Il premio la porterà al Lido di Venezia, durante il Festival del Cinema. Claudia parla arabo e francese. Il suo fascino le permette di essere notata da registi e produttori. È invitata a fermarsi in Italia e le è offerta la possibilità di studiare al “Centro Sperimentale di Cinematografia” di Roma. Ma il suo carattere ribelle, la sua non conoscenza della lingua italiana, la rendevano poco adatta al duro mestiere dell’attrice, nonostante la sua straordinaria fotogenia. Il suo rientro a Tunisi da il via ad un terribile segreto che la grande artista ha dovuto conservare per anni: lo stupro e la nascita di un figlio senza che nessuno, tranne Franco Cristaldi che le permise di lavorare e gestire la gravidanza contemporaneamente, se ne accorgesse. Dal 1958, Claudia Cardinale è diventata una delle grandi protagoniste del cinema italiano. Il suo esordio lo fa ne “I soliti ignoti”, diretto da Mario Monicelli, interpretando Carmelina, la sorella reclusa del “siciliano” Tiberio Murgia, più conosciuto come “Ferry Botte”. Dal 1961 inizia a ricevere premi e riconoscimenti che accompagneranno la sua lunga e ancora attiva carriera.
Rocco e i suoi fratelli, di Luchino Visconti, 1960 – Il restauro della pellicola – Courtesy of Cineteca di Bologna

Lavora con Germi, Nanni Loy, Bolognini e nel 1960 con Visconti gira “Rocco e i suoi fratelli” dove lavora al fianco di Alain Delon e Annie Girardot. Nel 1961 interpreta “La ragazza con la valigia”, di Valerio Zurlini. Due anni dopo Visconti la vuole per interpretare Angelica Sedara nel suo “Il Gattopardo”, colossal storico che ricostruisce con viscontiana cura e definizione, il lungo tramonto e declino di un’epoca durante la sua non-trasformazione voluta dagli stessi protagonisti. La passerella di Cannes si aggiunge ai riconoscimenti ricevuti. Continua a lavorare ininterrottamente non solo con registi e autori italiani. Nel 1981 interpreta “La pelle” di Liliana Cavani, l’anno successivo è diretta da Werner Herzog nel suo “Fitzcarraldo”, nel 1993 Blake Edwards la vuole ne “Il figlio della Pantera Rosa”. Lungo il suo sodalizio con Pasquale Squitieri con cui realizza, oltre a “I guappi” del 1974, “Il prefetto di ferro”, “L’arma” e “Corleone”, oltre al controverso “Claretta” che, nonostante le polemiche che l’opera di Squitieri suscita, le consente di vincere il Nastro d’Argento come miglior attrice protagonista. L’inizio del nuovo secolo la porta a lavorare con registi provenienti da ogni parte del mondo, compreso il regista tunisino Mehdi Ben Attia che la vuole nella sua opera prima ”Le Fil”, un delicato ritratto familiare sul tema dell’omosessualità.
“Nobili bugie” di Antonio Pisu, 2017 – official trailer

Negli ultimi anni l’abbiamo vista in “Nobili Bugie”, al fianco di Raffaele Pisu, Ivano Marescotti, Luciano Manzalini e Giancarlo Giannini e nel film dello scorso anno “Niente di serio”, per la regia di Laszlo Barbo nel quale interpreta un’anziana donna che, in compagnia di un’amica, decide di vivere, emulando Thelma e Louise, il viaggio della sua vita. Claudia Cardinale è sempre stata convinta che gli artisti, proprio perché punto di riferimento e voce per tanti, abbiano il dovere di essere generosi con gli altri, come la vita lo è stata con loro. Si è impegnata in prima persona nelle battaglie e le cause per i diritti delle donne e nel 2000 è stata nominata dall’Unesco “Goodwill Ambassador”.

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