di Mauro Seminara
Ieri sera è stato evacuato un nucleo familiare dalla nave Aita Mari verso Lampedusa. La nave della Ong spagnola Salvamento Marítimo Humanitario continua ad attendere un porto in cui poter sbarcare i naufraghi soccorsi il lunedì dell’Angelo, quando nessun assetto governativo aveva inteso muoversi per salvare le quattro barche segnalate in mare con una burrasca alle porte. Dal 13 aprile, ormai tre giorni, la piccola nave intervenuta senza team di soccorritori né volontari medici a bordo si trova ad est dell’isola pelagica di Linosa, tra l’arcipelago italiano e Malta. Ieri sera è stato autorizzato dalle autorità italiane un trasbordo per evacuazione medica e tre persone sono state trasferite a Lampedusa.
Il medevac è stato disposto per un uomo, una donna in stato di gravidanza ed una bambina. Un nucleo familiare composto da una coppia di diversa nazionalità (Mali e Costa d’Avorio) ed una fanciulla che stavano male per le condizioni meteo che la piccola Aita Mari ha attraversato e che rischiavano, in queste condizioni a bordo senza assistenza medica, la gravidanza che pare sia già al sesto mese. Il medico di turno dell’ASP 6 Palermo ha visitato in banchina i tre naufraghi con un triage conforme ai protocolli sanitari Covid-19. Dalla banchina, esclusa emergenza sanitaria grave da motivare immediato trasferimento in ospedale mediante elisoccorso, i tre malcapitati sono stati trasferiti al centro di prima accoglienza di Contrada Imbriacola.
A Lampedusa, nel centro di prima accoglienza, ci sono adesso 111 persone. Sarebbero 112 se non fosse stata trasferita per esigenze sanitarie una donna in gravidanza. Gli ospiti della struttura sono quindi i 34 sbarcati autonomamente a Lampedusa lunedì 6 aprile, i 17 di 67 sbarcati la sera dello stesso giorno (di cui 50 trasferiti dopo una notte all’addiaccio ed uno poi risultato positivo al Covid-19 una volta giunto a Pozzallo) ed i 57 sbarcati prima della successiva alba. A questi si è aggiunto un giovane evacuato dalla nave Ong Alan Kurdi nei giorni scorsi ed adesso i tre del nucleo familiare evacuato dalla Aita Mari. Nel frattempo rimangono chiusi i porti per le due navi Ong abbandonate a se stesse, una al largo di Palermo e l’altra vicino Linosa. A bordo della Aita Mari rimangono adesso 40 persone. Sono invece 149 quelle che attendono un porto sulla Alan Kurdi dal 6 aprile. Dieci giorni a bordo di una piccola nave senza ponte coperto in cui poter ospitare le persone se non il tempo strettamente necessario per condurle in un porto sicuro dopo il salvataggio. Tra quattro giorni sarà stato anche inevitabilmente completato il periodo di isolamento previsto dai protocolli Covid-19 (14 giorni) di naufraghi ed equipaggio.
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