di Vittorio Alessandro
I nomi Eagle1 e Osprey3 non dicono niente a nessuno, se non ai pochi addetti ai lavori: sono i velivoli di Frontex che sorvegliano il Canale di Sicilia alla ricerca di persone in mare la cui traccia, da ieri sera, per ordine del “governo europeo” è scomparsa dalla piattaforma FlightAware.
Seguendo la loro rotta con dedizione degna di un cronista, il giornalista di Radio Radicale Sergio Scandura ha scoperto il buco nero dei soccorsi di questi giorni, costringendo Frontex, Italia, Malta e Libia a venire allo scoperto: abbiamo così saputo di quattro barconi abbandonati per giorni in un mare impossibile, di un mercantile portoghese (arrivato poco fa a Genova) che ha cercato di aiutarne uno senza riuscirci, di respingimenti collettivi alla Libia, di una imbarcazione di volontari spagnoli (Aita Mari) allo stremo con 43 migranti a bordo. Abbiamo saputo anche dell’affannosa ricerca di morti e dispersi, mentre il governo italiano sbandierava una situazione “sotto controllo”.
Poco di tutto ciò hanno raccontato i giornali, a eccezione di Avvenire e di qualche altra testata, e ora tutti sapremo molto meno per ordine del “governo europeo”. L’attività di salvataggio di Frontex, già privata delle navi, ora è stata spogliata anche dell’informazione di cui tutti abbiamo diritto per capire, per orientarci, per sfuggire al comprensibile timore di essere caduti in un regime di controllo e di silenzio.