Migrazioni, in 36 su un guscio a Lampedusa

Il barchino partito dalla Tunisia ha raggiunto Lampedusa con 36 persone in massima parte subsahariane. A bordo erano in maggioranza le donne e sei di esse incinta. Notte all'addiaccio sulla banchina del molo militare e trasferimento in nave fino a Porto Empedocle. Il centro di Lampedusa non ha posti liberi

di Mauro Seminara

Sono arrivati in acque territoriali italiane su un barchino che sembrava un guscio di noce gremito di persone. Intercettati dalle autorità marittime, i migranti sono stati fermati nelle vicinanze di Lampedusa e condotti a terra dopo un trasbordo in sicurezza sulle motovedette di Guardia Costiera e Guardia di Finanza. Sul barchino, un legno di circa cinque metri, c’erano 18 donne, 13 uomini e 5 minori. Tutti bagnati. La barca era troppo piccola e troppo pesante per proteggerli dagli schizzi delle onde. Taniche di carburante sufficienti ed una traversata che li ha condotti da un piccolo porto della Tunisia fino alla maggiore delle Pelagie.

A bordo c’erano migranti di varie nazionalità: Burkina Faso, Mali, Guinea ed anche un tunisino. Forse proprio l’unico in grado di governare una barca così piccola e condurla a destinazione. Un terzo delle donne è in evidente stato di gravidanza e due dei cinque minori sono bambini. Il centro di accoglienza di Lampedusa è saturo. Al suo interno circa venti persone in più rispetto alla naturale capienza di 96 posti e confinate in una quarantena preventiva per epidemia di Covid-19 che tende a resettarsi e ripartire ad ogni nuovo arrivo.

Le motovedette della Guardia Costiera, con la maggior parte delle persone soccorse, e della Guardia di Finanza con il resto dei migranti ed il barchino al traino, hanno raggiunto il molo Favarolo poco prima delle 23. La nave che trasferirà i migranti bagnati ed infreddoliti arriverà non prima delle nove del mattino e la notte sarà lunga all’addiaccio. Gli operatori del centro di accoglienza hanno provveduto ad assisterli per quanto possibile, non essendo previsto l’accesso in struttura, quindi in carico all’ente gestore ed alle donne in gravidanza ed ai bambini è stato messo a disposizione un pulmino per non dover dormire sotto il cielo, esposti all’umidità della notte in riva al mare.

La nave traghetto Cossyra, che li condurrà a Porto Empedocle, sarà il primo luogo caldo ed asciutto che avranno a disposizione. All’arrivo al molo Favarolo il personale sanitario ha attuato il protocollo Covid-19 durante il già previsto triage, ma la notte all’addiaccio dopo ore in mare con gli indumenti bagnati potrebbe anche far manifestare sintomi influenzali ad alcuni di essi, causando poi il panico da Covid-19 nel corso del trasferimento al designato luogo di quarantena. Mentre a Palermo c’è una nave con quasi 300 cabine (circa mille posti letto) che accoglie 146 persone, che avevano già quasi concluso un periodo di involontario isolamento a bordo della nave soccorritrice, a Lampedusa c’è un centro di prima accoglienza con appena 96 posti bloccato da una quarantena che lo rende inutilizzabile.

Informazioni su Mauro Seminara 705 Articoli
Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

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