di Mauro Seminara
Oggi in videoconferenza con il Comitato Schengen il sindaco di Lampedusa ha riferito del colloquio telefonico con il capo del Dipartimento libertà civili del Ministero dell’Interno in cui il prefetto Michele Di Bari ha anticipato della nave che probabilmente già dalla prossima settimana sosterà nel Canale di Sicilia per la quarantena dei migranti che si prevede sbarcheranno nei prossimi giorni. Per la nave in questione, il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture ha pubblicato un avviso di interesse. La nave dovrà accogliere massimo 250 persone da porre in stato di isolamento a bordo. L’avviso non parla di una singola nave, ma fa riferimento al’interesse del Ministero al plurale “per il servizio di noleggio di unità navali battenti bandiera italiana e/o comunitaria funzionale all’assistenza e sorveglianza sanitaria dei migranti soccorsi in mare o giunti sul territorio nazionale a seguito di sbarchi autonomi nell’ambito dell’emergenza relativa al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili“.
La soluzione, invocata dal sindaco di Lampedusa e dal presidente della Regione Sicilia, ha però dei costi aggiuntivi rispetto a quelli già sostenuti per la gestione di hotspot, Centri per il rimpatrio e strutture varie che includono hotel e quanto necessario e nella discrezione dei prefetti. Per la nave che dovrà ospitare 285 persone, di cui 250 migranti, per un periodo di 30 giorni, il corrispettivo complessivo stimato è pari ad € 1.199.250,00. Un soffio al di sotto del milione e duecentomila euro, Iva esclusa, per trenta giorni di noleggio della nave su cui potranno essere ospitati massimo l’equivalente di migranti che stanno su tre o quattro gommoni. Di questi, “€ 900.000,00, oltre I.V.A., da corrispondersi a corpo, ed € 299.250,00, oltre I.V.A,, da corrispondersi a misura.“ La “misura” riguarda il dettaglio del numero di persone effettivamente prese a bordo. La compagnia che fornirà la nave, che potrà anche battere bandiera di altri Paesi, dovrà offrire, incluso nelle caratteristiche richieste dal Ministero, “vitto da erogarsi anche in conformità ai dettami delle diverse religioni”, la “rete wi-fi di bordo al personale sanitario/assistenza e di sorveglianza” e dovrà “assicurare pulizia delle cabine, aree comuni, uffici, mense ecc”.
Il costo della sola nave noleggiata si aggira quindi intorno ai 40.000 euro al giorno e considerando il numero massimo di migranti che dovrà ospitare, il costo per singolo soggetto sottoposto a quarantena sarà di 160 euro al giorno. Costi riferiti alla sola nave con i servizi che include secondo l’avviso di interesse. A questi costi si dovranno aggiungere quelli del personale sanitario, della Croce Rossa, del personale di sorveglianza e delle motovedette che si occuperanno dei trasbordi di migranti, dei trasferimenti del personale di sorveglianza e sanitario, di eventuali evacuazioni mediche urgenti (la nave non è un ospedale) e la sicurezza in mare intorno alla nave stessa. Questo è quanto prevede l’avviso per la presentazione di manifestazioni di interesse pubblicato dal Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture il 19 aprile 2020 per la prima delle navi – non si sa quante – che dovrebbe fungere da hotspot galleggiante nel Canale di Sicilia. Non sappiamo quanto costerà al giorno, o in blocco, il noleggio della grande nave Raffaele Rubattino che sta sostando già dal 17 aprile nella rada del porto di Palermo. La Rubattino è una nave da quasi 300 cabine che può ospitare circa mille persone in cabina e circa 1.500 in complessivo a bordo (equipaggio e personale di bordo escluso).
Un calcolo approssimativo, considerando due navi – 500 migranti – noleggiate per 30 giorni ciascuna, equivalente di qualche sbarco autonomo consecutivo, vede un impegno di base per il solo noleggio pari alla ristrutturazione di un centro di prima accoglienza. Come quello di Lampedusa, che a suo pieno regime, come da originale consegna di struttura, ospitava quasi 800 migranti in prima accoglienza e circa il doppio in piano emergenziale. Anche il famoso Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Mineo, realizzato nel 2011 dall’allora ministero dell’Interno Roberto Maroni sulle spoglie del villaggio per il personale della base militare di Sigonella, poi disimpegnato dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, costituito da villette a schiera in un’area estesa (capace di ospitare anche 4.000 persone) e confinata, potrebbe essere una soluzione alternativa. Quella delle navi sembra invece un inizio senza fine che parte da 30 giorni di noleggio ma che non ha alcuna previsione di “fase 2” a fine quarantena dei migranti.
La redistribuzione in altri Stati membri dell’Unione europea è improponibile fino a fine emergenza pandemia Covid-19 e lo ha fatto intendere in modo chiaro anche il ministro Lamorgese ieri in Commissione Affari Costituzionali ricordando che i rimpatri verso la Tunisia, già previsti da accordi bilaterali, sono sospesi a causa della pandemia. Quindi, delle due l’una: si prorogheranno i contratti di noleggio di mese in mese, e magari aumentando il numero delle navi fino ad esaurire la flotta civile italiana, oppure dopo le quarantene a bordo delle navi noleggiate si lasceranno andare i migranti in attesa di asilo o respingimento come gli altri 600.000 invisibili che rappresentano una minaccia alla salute pubblica fino a quando non verranno regolarizzati con un permesso di soggiorno e messi in condizione di ricevere cure mediche in caso di contagio invece di veicolare ignari il virus che ha chiuso l’Italia intera per due mesi. L’ultima volta che il Governo italiano noleggiò navi passeggeri per risolvere un pasticcio da esso stesso causato con una folle gestione di una ondata migratoria fu il 2011. Anche in quel caso fu uno sperpero di denaro pubblico per decine di migliaia di euro al giorno nella seconda fase. Nella prima, quella in cui “Berlusconi liberò l’isola” di Lampedusa dopo il disastro umanitario causato dal suo governo, il costo del noleggio raggiunse i 70mila euro al giorno per ogni nave.
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