di Mauro Seminara
Si è tolto qualche sassolino dalla scarpa il sindaco di Lampedusa e Linosa questa mattina in videoconferenza con Palazzo San Macuto. Il Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen, di vigilanza sull’attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione ha tenuto una audizione conoscitiva sulla gestione del fenomeno migratorio nell’area Schengen, con particolare riferimento all’attualità dell’Accordo di Schengen, ascoltando i sindaci di Lampedusa, Porto Empedocle e Pozzallo, rispettivamente, Salvatore Martello, Ida Carmina e Roberto Ammatuna. Martello, superati i disguidi che hanno reso la sua audizione seconda in scaletta, passando prima la collega di Porto Empedocle, ha annunciato il colloquio con il capo del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione in cui il prefetto Michele Di Bari gli ha anticipato l’esame – previsto per venerdì – delle richieste pervenute al suo gabinetto in materia di criticità delle migrazioni che interessano la Sicilia e sulla probabilità che la prossima settimana possa arrivare una nave destinata alla quarantena dei nuovi migranti che sbarcheranno sulle coste delle Pelagie e del sud della Sicilia.
La nave, come riferito dal sindaco di Lampedusa, Salvatore Martello, sosterebbe nel Canale di Sicilia, tra le Pelagie e Porto Empedocle, ed dovrebbe avere la funzione di “hotspot galleggiante” in cui accogliere ed isolare i migranti per una quarantena in alto mare. La nave è stata proposta e sostenuta come idea dal sindaco di Lampedusa, ma successivamente anche dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci. Sarebbe la seconda nave a prendere servizio con questa funzione dopo l’impiego della Raffaele Rubattino, della Compagnia Italiana di Navigazione (CIN) , già Tirrenia, che ha preso a bordo i migranti soccorsi dalle navi Ong Alan Kurdi e Aita Mari e che adesso sosta davanti il porto di Palermo. L’anticipazione resa dal sindaco di Lampedusa, sulla probabilità che “già dalla prossima settimana” potrebbe entrare in servizio il secondo hotspot galleggiante, rivela la linea intrapresa dal Ministero dell’Interno e dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sul fronte del flusso migratorio che, in vista delle prossime condizioni meteo, si prevede possa aumentare sensibilmente.
La scarpa del sindaco di Lampedusa era però piena di sassolini e lo stesso Martello ha asserito consapevolezza sulla sede non idonea (il Comitato Schengen) per alcune sue affermazioni. Ma lo ha fatto denunciando l’assenza della sede idonea, cioè il non essere stato ascoltato da tempo. Uno dei sassolini, forse un macigno, riguarda infatti la famosa moratoria fiscale conseguente al fallimento della stagione turistica 2011 delle Pelagie – quando l’allora Governo Berlusconi lasciò che Lampedusa venisse travolta dall’eccezionale flusso migratorio della “Primavera Araba” – che dopo sei anni è stata in ultima decisione del Governo nazionale interrotta con l’attività esattoriale all’incasso. Martello ha chiamato le cose con il proprio nome, affermando che è ormai chiaro che le isole che amministra non vedranno una stagione turistica nel 2020 e che questo secondo fallimento potrebbe distruggere decenni di sacrifici con cui i lampedusani ed i linosani hanno costruito il comparto.
Non sono mancate velate frecciatine tra i sindaci di Porto Empedocle e di Lampedusa, con Ida Carmina che ha lamentato problemi per la sua città che non vengono evidenziati come nel caso dell’isola pelagica: “La ribalta mediatica e l’interesse prevalente di tutti è per Lampedusa perché evidentemente è il primo punto di sbarco“. Per la prima cittadina della città portuale agrigentina, in una nuova interpretazione della storia contemporanea, Lampedusa è il primo approdo e Porto Empedocle la “Porta d’Europa”. Per Ida Carmina, inoltre, la città che amministra sarebbe vittima, in qualche modo, di quanto accade a Lampedusa anche per via delle ordinanze del collega di Lampedusa: “Uno sbarco, a seguito di un’ordinanza del sindaco Martello, che evidentemente aveva disposto la quarantena di 36 migranti arrivati, uno sbarco di 128 migranti che erano stati lasciati sul molo Favarolo di Lampedusa per uno o due giorni, fu veicolato direttamente nel territorio empedoclino in una struttura alberghiera che non è adatta, né a contenere e neanche ad assicurare il distanziamento e l’isolamento che andrebbe assicurato in questo periodo”. Successivamente, nel corso dell’intervento reso dal sindaco di Lampedusa con il quale erano stati risolti nel frattempo i problemi di collegamento, Martello ha alluso alla necessità di conoscere i temi di cui si parla. Un riferimento che però non era rivolto alla collega quanto al Governo nazionale che – come dichiarato anche dai colleghi di Porto Empedocle e Pozzallo – risulta lontano e poco capace nel comprendere i problemi che vengono addossati in pieno carico sulle spalle dei sindaci pur essendo questioni di interesse ministeriale.
Sassolino dopo sassolino, Martello ha anche chiarito le ragioni per le quali, a suo dire, si era verificato un assembramento in piazza per una protesta organizzata dai lampedusani – per i quali non risulta alcuna inchiesta sulla violazione dei decreti presidenziali e neanche sull’ipotesi di sedizione in carico ai promotori – dopo la fuga temporanea di tre migranti dalla quarantena in hotspot. Linea comune e condivisa anche dalla collega di Porto Empedocle che lamentava il carente rispetto delle regole cui vengono sottoposti i suoi concittadini in tempo di emergenza sanitaria. Roberto Ammatuna, sindaco di Pozzallo, va anche oltre e invita il Governo a riflettere su quanto sta accadendo in Libia asserendo che forse lo si sta sottovalutando. “Le migrazioni non solo non termineranno, ma addirittura aumenteranno”, dice Ammatuna riferendosi a quanto sta accadendo su territorio libico sul piano umanitario. “Con la bella stagione – ha aggiunto Ammatuna – è normale che i numeri aumenteranno”. Il sindaco di Pozzallo però spezza una lancia in favore delle attuali interlocuzioni, più propense all’ascolto ed al dialogo con il territorio rispetto a quelle che c’erano – al Viminale – qualche mese fa.
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