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Doppio sbarco autonomo a Lampedusa e niente “nave hotspot”, ancora notti all’addiaccio

di Mauro Seminara

A mezzanotte le forze dell’ordine avevano già rintracciato i due gruppi di migranti approdati a Lampedusa nella tarda serata di ieri. Una barca con dieci tunisini era entrata dritta in porto ed i carabinieri hanno fermato a terra gli audaci harragas. Un’altra barca ha invece portato in località Cala Madonna 43 migranti subsahariani. Anche questo gruppo è stato fermato dalle forze dell’ordine a terra. Le due barche sono salpate da diversi porti del nord Africa. Dalla Tunisia sono infatti partiti i dieci giovani uomini tunisini mentre da Zawiah, in Libia, sono partiti i 43 subsahariani. In questo secondo gruppo, composto da nazionalità miste con prevalenza di cittadini della Costa D’Avorio, c’erano anche 24 donne. Una delle quali in evidente avanzata gravidanza. La Guardia Costiera ha tolto gli ormeggi con una SAR 300 per cercare la barca con cui è arrivato uno dei due gruppi di migranti, ma né da terra né in mare con il guardacoste è stato trovato il natante (Video).

Le due barche hanno raggiunto Lampedusa miracolosamente mentre il mare del Mediterraneo centrale si ingrossava. Le condizioni meteo si sono fatte presto proibitive per due piccole barche, tanto che la nave traghetto Cossyra non ha tolto gli ormeggi dal porto siciliano di Porto Empedocle. Nello stesso porto è ormeggiata anche la nave Moby Zaza, tanto attesa ed ancora inutilizzata. La nave dell’armatore Onorato, come la Rubattino a Palermo, è arrivata nel porto agrigentino la mattina del 10 maggio tra varie accese polemiche legate non soltanto al costo della milionaria operazione ma anche per la decisione di stanziare la nave a Porto Empedocle invece che vicino Lampedusa. Questa notte i 53 migranti approdati sull’isola l’hanno trascorsa all’addiaccio, come altri in precedenza, sulla banchina del molo militarizzato Favarolo perché a Lampedusa non c’è la Moby Zaza – già pagata per due giorni inutili – e non arriverà neanche la nave traghetto domattina per trasferirli in modo ordinario.

Quello che a Lampedusa era stato chiesto, con prima voce il sindaco dell’isola, era una nave che svolgesse funzione di “nave quarantena” – come la chiama la sindaca di Porto Empedocle – per i migranti che approdavano sulle sue coste. La Moby Zaza è arrivata a sud della Sicilia dopo 21 giorni dalla pubblicazione del bando del Ministero dei Trasporti e con un costo, per la sola nave, di circa un milione di euro. Ma il risultato, come si è verificato questa notte a Lampedusa, è che migranti sono arrivati in autonomia sull’isola, la nave hotspot da isolamento Covid non c’è e le prime 24 ore di isolamento e prima accoglienza è stata rifatta al molo Favarolo come se il milione di euro di risorse pubbliche non fosse stato impegnato. Inoltre, forse con queste condizioni meteo la Guardia Costiera non avrebbe potuto trasbordare i migranti anche se la nave fosse stata nelle vicinanze. Certo, con i suoi 155 metri di lunghezza per 27 di larghezza la Moby Zaza non può entrare in porto a Lampedusa.

Mauro Seminara: Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.
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