di Mauro Seminara
Ieri, poco prima di mezzogiorno, nel porto siciliano di Pozzallo, in provincia di Ragusa, la nave “CP-905 Peluso” della Guardia Costiera ha condotto altri 147 migranti imbarcati la sera prima a Lampedusa. Il primo cittadino di Pozzallo ha, a questo punto, detto stop ai trasferimenti da Lampedusa. “Siamo in presenza di una grossa anomalia – dice il sindaco Roberto Ammatuna all’Ansa – ovvero che i tamponi ai migranti vengono effettuati solo quando sbarcano a Pozzallo e non in altri posti. E continuo a dire ‘no’ al loro trasferimento nell’hotspot perchè è pieno e vi sono in isolamento i 17 migranti positivi sbarcati il 25 luglio dalla nave mercantile Cosmo“.
Persone migranti appena sbarcate da nave Peluso nel porto di Pozzallo il 31 luglio 2020
Le proteste di Pozzallo non sono le uniche, ed oltre a quelle analoghe di Porto Empedocle ci sono adesso quelle di Lampedusa, dove il traffico di navi della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza ha già causato ritardi per le navi traghetto e proteste tra i trasportatori costretti, nel caso di giovedì sera con nave Peluso, ad attendere circa tre ore la nave traghetto Cossyra da cui scaricare la merce. Altri ritardi si erano verificati anche nei giorni precedenti con l’altro traghetto di linea che collega le Pelagie con Porto Empedocle. Qualche giorno addietro la Sansovino era ferma nel porto pelagico ancora alle 13:30 con circa cinquanta migranti da imbarcare per un totale di 200 persone in trasferimento. La nave ha poi raggiunto Porto Empedocle con enorme ritardo ed all’arrivo ha anche dichiarato un’avaria che ha causato accese proteste da parte dei viaggiatori che, biglietto alla mano, erano pronti dalle 22:30 ad imbarcarsi verso Lampedusa.
A Pozzallo erano già arrivati altri 120 migranti trasferiti da Lampedusa con il pattugliatore “P-03 Denaro” della Guardia di Finanza che insieme alla Peluso di Guardia Costiera è stato impiegato negli ultimi giorni per il decongestionamento di Lampedusa che in più di un caso aveva superato quota mille presenze nel suo centro di prima accoglienza tarato per meno di 300 posti. La misura straordinaria messa in atto dal Governo con l’ausilio dei due pattugliatori militari ha forse risolto qualcosa lenendo il sovraffollamento di Lampedusa ma ha potenzialmente innescato motivo di attenzione su altri aspetti. Le due navi non sono delle “passeggeri” e le ore di navigazione delle oltre cento persone ammassate su un ponte di ferro, scoperto e senza servizi igienici idonei, probabilmente non supererà l’ispezione della Guardia Costiera per le “violazioni alle normative a tutela dell’ambiente marino” contestate tra le altre cose alla nave Ocean Viking della Ong internazionale SOS Mediterranee a Porto Empedocle dopo che la stessa dicitura è comparsa per i comunicati stampa relativi ai fermi amministrativi della Sea Watch 3 – nello stesso porto agrigentino – e delle navi Alan Kurdi e Aita Mari nel porto di Palermo.
Nel più dei casi le navi Peluso e Denaro imbarcano di notte a Lampedusa e tentano di compiere l’intera traversata in notturna. Ma come la stessa Peluso ha dimostrato ieri a Pozzallo – l’arrivo è programmato anche in funzione alla disponibilità del porto e del dispositivo che a terra deve accogliere le persone da smistare nei vari centri di accoglienza utili della Sicilia (prevalentemente delle province di Agrigento e Ragusa) – che le persone imbarcate come passeggeri in porto invece che naufraghi vengono esposte al sole cocente sul ferro rovente della nave per ore. Per le persone trasferite con questi metodi e questi orari, passeggeri imbarcati a Lampedusa e non naufraghi soccorsi in mare dai due pattugliatori, il viaggio è quindi sul filo del maltrattamento inflitto ad esseri umani, caricati come bestiame e trasferiti come per una evacuazione da allarme tsunami oppure da prossima eruzione vulcanico. Il Ministero dei Trasporti, ancora una volta – dopo il periodo di complicità del ministro Toninelli che assecondava tutte le pretese del ministro dell’Interno Salvini adesso pronto per un secondo processo – pur con un governo teoricamente diverso, sta gestendo procedure che vanno in conflitto con le stesse decisioni adottate dal Corpo dello Stato che vi fa capo. La Guardia Costiera, che non è intervenuta sullo stato di emergenza dichiarato dalla nave Ocean Viking con 180 persone a bordo da giorni, lasciandola ancora giorni in quelle condizioni per poi contestarle a fine quarantena, in estrema sintesi, che la nave Ong non è idonea al trasporto di 180 passeggeri, sta impiegando le proprie navi per il trasferimento di circa 150 passeggeri veri ad ogni viaggio, senza rispettare le normative a tutela dell’ambiente marino.