di Mauro Seminara
Nella prima parte della giornata di ieri Lampedusa ha visto arrivare sette barche per un complessivo di circa 250 persone. Il conteggio più corretto è poi risultato prossimo a 240 con l’arrivo di circa 30 persone di etnia subsahariana, intorno alle 14:30, tra le quali anche sei donne ed un neonato. Le operazioni dell’assetto navale di stanza sull’isola non si sono però fermate ed il fermento migratorio ha avuto seguito anche nel pomeriggio. Alle sei del pomeriggio un’altra barca ha toccato terra sulla maggiore delle Pelagie. Si tratta dell’ottavo gruppo di persone migranti registrato in accesso il primo novembre ed è composto da 67 subsahariani partiti dalla Tunisia. Tra essi anche 27 donne e 5 bambini piccoli (foto). Sono la prova ulteriore che dalla Tunisia si è aperto un canale migratorio irregolare per profughi, non di nazionalità tunisina, che aggirano il blocco navale imposto sulla costa libica dall’Europa con la sedicente guardia costiera libica armata dall’Italia di motovedette – che furono della Guardia di Finanza – che, malgrado definite “Guardia Costiera” non hanno mai adottato il neutrale colore bianco che caratterizza la Guardia Costiera in tutto il mondo e che si ostina ad intervenire “in soccorso” con le armi in pugno.
La giornata non si è conclusa con lo sbarco delle sei del pomeriggio nei pressi del molo Magazù di Lampedusa e poco dopo sull’isola sono arrivate altre 26 persone, anch’esse partite dalla Tunisia. Nel frattempo la nave quarantena “La Suprema”, da parecchi giorni ormai ferma in rada vicino la costa di Lampedusa, aveva ormeggiato allo scalo alternativo dell’isola in località Cala Pisana per un imbarco di persone migranti da isolare a bordo prima dello sbarco in altri porti. A bordo della nave di Grandi Navi Veloci sono saliti 95 migranti trasferiti dal centro di prima accoglienza di contrada Imbriacola che, malgrado il periodo dell’anno teoricamente invernale, si trova ancora una volta in sofferenza.
Le 24 ore del primo novembre si sono concluse con nove eventi per un totale di 330 persone approdate sull’isola. Ma la divisione dei giorni conta solo per le statistiche, mentre in mare contano solo la luce del giorno ed il buio della notte. Ed in piena notte hanno raggiunto la meta le persone che nel corso della giornata navigavano in precarie condizioni nella speranza di toccare terra in un porto sicuro. Trascorsa la mezzanotte, a Lampedusa sono arrivate altre quattro barche, tra le quali anche di provenienza libica. La prima contava 62 persone, tra le quali anche donne e bambini, e come la seconda con 14 migranti a bordo, era partita dalla Tunisia. Poi altre due barche con numeri un po’ più alti. Una di queste aveva 90 persone a bordo, tutte di nazionalità miste che variano dalla Somalia all’Egitto e dal Marocco al Pakistan.
Erano partiti dalla Libia e forse si tratta degli stessi migranti, approssimati in un centinaio, di cui aveva dato allarme senza indicare l’esatta posizione Alarm Phone, la centrale telefonica civile per le richieste di soccorso marittimo. L’ultima barca di cui abbiamo notizia, sempre approdata a Lampedusa nel cuore della notte ma giusto poco dopo la mezzanotte, aveva a bordo altre 84 persone partite dalla Libia come la precedente barca e anche in questo con nazionalità di provenienza mista tra Africa e Asia sudoccidentale. In meno di 24 ore a Lampedusa sono sbarcate quasi 600 persone (circa 580) e ne sono state imbarcate da nave quarantena 95 per un bilancio di permanente sovraffollamento della struttura di prima accoglienza di contrada Imbriacola.
(Le foto pubblicate in questo articolo documentano il solo sbarco di 67 persone di ieri pomeriggio)
1 Trackback / Pingback