di Mauro Seminara
La nave “Asso Trenta”, non nuova ad interventi di soccorso in favore di naufraghi operando in supporto della piattaforma petrolifera ENI che dista circa 45 miglia dalla costa della Libia, questa mattina ha salvato la vita di 70 persone partite su una imbarcazione precaria proprio dalla costa della Nazione in guerra. Coordinata dalla Sala Operativa del Coordinamento Soccorso Marittimo di Roma (IMRCC), alla Asso Trenta che batte bandiera italiana è stato concesso di dirigersi direttamente verso la costa italiana per sbarcare i naufraghi che ha a bordo. Per la nave che offre prezioso supporto logistico all’ENI non si pone il problema del place of safety (luogo sicuro di sbarco) che evidentemente non può essere la Libia. Nel qual caso si profilerebbe un respingimento verso un luogo non sicuro ed una volta a terra dovrebbe pagarne le spese il comandante. Forse per questa ragione non è stata la sala operativa del coordinamento soccorso marittimo libico – qualora ne esistesse davvero una – a coordinare il salvataggio ed indicare il porto in cui sbarcare i naufraghi. La Asso Trenta ha quindi navigato in direzione nordest per raggiungere un porto siciliano, forse Pozzallo o Augusta, dove tra l’altro sbarcherà domattina 373 naufraghi la nave Ong Ocean Viking.
Oggi una fitta ricerca in mare è stata condotta a sud dell’isola pelagica italiana di Lampedusa. Un velivolo della Guardia Costiera ed uno dell’Aeronautica Militare si sono incrociati su un’area ben dettagliata che partiva da una distanza di circa dieci miglia e si estendeva fino ad oltre cinquanta dall’isola. Fuori anche una motovedetta classe 300 della Guardia Costiera. Una SAR d’altura, cosiddetta “inaffondabile”, che ha lasciato il porto quando in mare c’erano oltre due metri di onda già ad un paio di miglia dalla costa sud dell’isola. Il pattugliamento aereo, con le condizioni meteo odierne non lasciava presagire nulla di buono. Alle ricerche partecipavano con buona probabilità anche velivoli leggeri dell’agenzia europea Frontex, che però non sono tracciabili come i due velivoli Ong che fanno base a Lampedusa. Alle venti di questa sera però, a 34 miglia sudest di Lampedusa, la Asso Trenta ha interrotto la sua corsa verso un porto siciliano ed invertito la rotta spostandosi in direzione ovest-sudovest; si spera per soccorrere gli eventuali naufraghi che probabilmente sono stati cercati per tutto il giorno dagli aerei italiani. Questa mattina si è però saputo di un naufragio certo, al largo della Libia. Il bilancio, annunciato dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), è stato di 17 vittime e 82 superstiti che sono stati ricondotti nella stessa Libia da cui tentavano di allontanarsi malgrado i rischi.
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