Dopo una notte ed un giorno all’addiaccio sulla banchina del Molo Favarolo di Lampedusa sono stati trasferiti al porto commerciale dell’isola i migranti approdati questa notte autonomamente sulla maggiore delle Pelagie. L’isolamento di primo arrivo è stato quindi imposto al gelo ai 43 profughi salpati dal porto dei trafficanti libici di Zawia mentre in Libia continuano gli scontri tra le opposte fazioni in guerra civile. Tra i migranti ci sono anche due donne ed un neonato cui è stato concesso di passare la notte a bordo di uno dei pulmini della Nova Facility, ente gestore del centro di prima accoglienza di Lampedusa. La nave traghetto Cossyra, giunta puntualmente sull’isola, ha imbarcato prima i mezzi da trasporto merci di ritorno e poi sono stati accompagnati sulla banchina i migranti e le forze dell’ordine che li scorteranno fino a Porto Empedocle. Dal porto commerciale siciliano verranno poi trasferiti in strutture in cui potranno restare in “quarantena” per i prossimi 14 giorni come previsto dai protocolli sanitari anti-coronavirus.
L’accoglienza al tempo del nuovo coronavirus ritorna quella di tempi che sembravano ormai lontani. Nell’inverno 2010-2011 a Lampedusa i migranti che sbarcavano erano costretti a notti all’addiaccio, in pieno inverno, sulla banchina del Molo Favarolo. Era l’epoca in cui, malgrado il centro di accoglienza fosse operativo, dal Ministero dell’Interno – all’epoca diretto dal ministro Roberto Maroni – non veniva autorizzato l’accesso in struttura e l’ente gestore lasciava i mezzi sulla banchina perché potessero dormirvi dentro. Il modus operandi proseguì fino all’esplodere della cosiddetta Primavera araba, quando sulle coste dell’isola si riversarono migliaia di migranti in pochi giorni. In questo caso la notte all’addiaccio è dovuta alla necessità di garantire l’isolamento di 14 giorni ai 26 migranti approdati il 12 marzo sull’isola ed al fatto che il centro di accoglienza di Contrada Imbriacola, ormai ridotta a soli 96 posti e da anni in attesa di una ristrutturazione, non è strutturalmente in grado di ospitare migranti con isolamento separato. In ambiente unico comune, ogni nuovo sbarco farebbe azzerare il conteggio dei giorni di quarantena dei primi e la struttura si riempirebbe fino al collasso.
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