Nuova manifestazione di harragas tunisini a Lampedusa, vogliono il trasferimento – VIDEO

In copertina: uno dei migranti in stato di agitazione e sullo sfondo il sit-in sulla banchina del porto di Lampedusa

Sono trascorse circa quattro settimane dalla protesta inscenata a Lampedusa dai migranti tunisini che si erano cuciti le bocche. Era la fine di gennaio, ed oggi, a distanza di un mese, gli harragas sbarcati sull’isola sono nuovamente in agitazione. Un centinaio di migranti ospiti del centro di accoglienza di Contrada Imbriacole – pressoché tutti – sono infatti usciti questa mattina dalla struttura recandosi dapprima nella solita piazza antistante la Parrocchia di San Gerlando e successivamente, con un pacifico corteo, si sono spostati sulla banchina del porto commerciale di Cavallo Bianco. Al molo hanno dato il via ad un sit-in che promettono di mantenere fino a quando non verranno trasferiti in Sicilia. Ma la loro idea del trasferimento differisce da quanto previsto dagli accordi internazionali tra Italia e Tunisia circa i rimpatri dei cosiddetti migranti economici. Gli harragas seduti al porto pretenderebbero il trasferimento in Sicilia e da li la libera circolazione. Tra le affermazioni raccolte da un loro portavoce di circostanza, che parla italiano con un percettibile inflessione dialettale siciliana, emergerebbero anche disagi nella struttura di Contrada Imbriacole e l’idea – non nuova a detta dei migranti ma mai provata – che nel cibo distribuito al centro per migranti ci sia qualcosa per sedarli. L’isola nel frattempo accumula un senso di fastidio per le manifestazioni dei migranti. Non per intolleranza razziale, ma perché nei giorni e nelle settimane precedenti svariati harragas si erano resi protagonisti di furti, effrazioni ed altri piccoli crimini sull’isola. Secondo quanto affermato dal migrante intervistato, alcuni dei manifestanti in sit-in sarebbero sbarcati a Lampedusa circa sessanta giorni addietro. Il porto è sorvegliato a distanza da agenti del Battaglione dei Carabinieri che assicurano la modalità pacifica di manifestare. Possibili tafferugli potrebbero però verificarsi il momento in cui arriverà sull’isola la prossima nave di collegamento territoriale se i migranti dovessero provare a salire a bordo. Nei giorni scorsi si erano verificati nuovi tentativi di fuga di ospiti del centro che provavano a nascondersi sui camion in partenza per Porto Empedocle mediante la motonave di linea. Tentativi regolarmente falliti grazie ai controlli delle forze dell’ordine.

Il video del sit-in sulla banchina del porto di Lampedusa

Informazioni su Mauro Seminara 705 Articoli
Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

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