Il sisma di 6.3 gradi della scala Richter – 6.4 per l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia italiano – ha causato gravi danni e vittime. Si dicono allarmati gli esperti interpellati dal Governo greco. La faglia che ha rilasciato l’onda sismica non sarebbe quella già nota nella regione ma diversa e superficiale. Il punto di rilascio sarebbe infatti ad una profondità di dieci chilometri. L’epicentro, in mare a pochi chilometri sud dell’isola di Lesbo, ha fatto sì che la scossa venisse percepita con forza fino alla capitale greca e ad a quella turca di Ankara. Una scossa intensa e lunga, tre minuti esatti, che ha causato gravi danni nei villaggi della zona sud di Lesbo. All’opera gli ingegneri per la valutazione completa dei danni e la valutazione degli edifici lesionati mentre i soccorritori scavano ancora in cerca di alcune persone che mancherebbero all’appello. Oltre il 50% del villaggio di Vrisa sarebbe inagibile. I sismologi raccomandano comunque di non rientrare in casa.
Scuole e strutture pubbliche non necessarie alle attività di soccorso e scientifiche resteranno chiuse oggi per ordinanza municipale del sindaco Spyros Galynos. Il ministro per le politiche delle migrazioni John Mouzala ha disposto l’ausilio del campo profughi di Moria per gli evacuati. Al momento sono state concesse quaranta tende da dieci posti e duemila bottiglie d’acqua delle scorte del campo. Il sindaco Galynos ha invece ordinato l’apertura di alberghi ed appartamenti turistici della zona di Vatera per accogliere i senzatetto di Vrisa, il villaggio da cui è stata estratta la prima vittima e che risulterebbe il più danneggiato. Seguono tra le zone che hanno subito maggiori danni la città di Mitilene nella regione di Plomari.
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