Una massiccia ondata di migranti che constringe ad uno “stress test” l’intero dispositivo di soccorso, nessuno escluso. Oltre ottomila migranti messi su barche e gommoni capaci solo di poche miglia di navigazione prima di condannare a morte gli occupanti. Le cifre dei trafficanti di esseri umani sono ormai da sistema industrializzato e privo di scrupoli. alle operazioni di soccorso hanno preso parte motovedette della Settima Squadriglia Guardia Costiera Lampedusa, navi della Guardia Costiera di stanza a Catania, navi della Marina Militare italiana, navi del dispositivo Frontex, e le navi delle Ong ormai sempre più numerose nel Mediterraneo centrale. Quattordici navi per soccorrere quasi 9.000 migranti. Impegnate senza sosta per giorni, con gli equipaggi stremati.
Il pomeriggio di ieri era iniziato con 3.278 migranti già sbarcati nei porti del Mezzogiorno italiano. Mentre nave Fiorillo, Vos Prudence e le altre navi di soccorso sbarcavano i migranti nei porti siciliani e calabresi la nave Aquarius tornava sul punto Sar insieme alle altre già disponibili. A Lampedusa, alle 14 di oggi sono asbarcati dal guardacoste CP-302 altri 108 disperati mentre le CP-288, CP-303 e CP-319 riprendevano il mare dopo una breve sosta carburante, senza riposo e con 24 ore di navigazione e stressante servizio di soccorso addosso. Ci sono vite da salvare, Vite come quella del neonato sbarcato oggi a Lampedusa insieme ad altri 6 bambini e 17 donne. Oltre il dieci per cento dei migranti erano quindi soggetti più deboli e pertanto esposti a forte rischio.
Mentre si attendono gli altri 5.000 ancora per mare, le strutture di accoglienza mostrano i limiti di un sistema che non può reggere ritmi così elevati. I quasi novemila migranti degli ultimi tre giorni dovranno essere ristorati, ma anche identificati, fotosegnalati e smistati secondo le strutture preposte all’accoglienza nel caso dei richiedenti asilo o di espulsione nel caso di migranti “economici” provenienti dai Paesi con i quali l’Italia ha sottoscritto appositi accordi. Intanto ci sono Procure che si occupano di “business dell’accoglienza” e partiti che propongono lo Ius Soli, ma mancano proposte concrete sul tavolo di Bruxelles affinchE’ si riveda l’accordo di Dublino ed il fallito sistema di ricollocamento dei richiedenti asilo sul territorio europeo.