Si sgretola come un castello di sabbia il progetto italiano di condivisione europea del fenomeno migratorio. L’Austria pronta a militarizzare il confine con l’Italia, la Francia rimarca la differenza tra profughi e clandestini con un respingimento verso l’Italia e la Spagna annuncia che i propri porti non sono disponibili alle navi che soccorrono migranti nel Mediterraneo. Il Governo italiano non si pronuncia ma la reazione dell’aula, quasi deserta, dell’Europarlamento preannuncia l’esito del Consiglio Ue per gli Affari Interni.
Le statistiche divulgate dal Dipartimento per le migrazioni sugli arrivi in Italia e le dichiarazioni del Ministro dell’interno Italiano con il frettoloso vertice trilaterale Italia-Francia-Germania hanno indotto il governo Austriaco a sentirsi minacciato da una possibile “invasione” di migranti già nei prossimi giorni. Anche Francia e Spagna stanno sbarrando porte e finestre annunciando che i loro porti non sono disponibili per le navi cariche di migranti. La Francia ha dimostrato che – anche dopo il vertice di Parigi – la posizione sui non-profughi rimane invariata respingendo alla frontiera Italiana con la propria gendarmeria 51 migranti che erano riusciti ad attraversare il confine.
L’Italia non ha ancora commentato ufficialmente la notizia, ma nei corridoi dei palazzi il malumore è tangibile, ed a breve potrebbero uscire dichiarazioni del Governo o dello stesso Minniti che in queste ultime 24 ore ha già incassato la brusca “puntualizzazione” francese. Il portavoce del ministro Doskozil ha dichiarato che non c’e’ al momento nessun calendario concreto per i nuovi controlli. “Ma seguendo l’evolversi della situazione in Italia, che sta diventando sempre più preoccupante, dobbiamo essere pronti a evitare una situazione paragonabile all’estate 2015.”
L’Austria sminuisce l’azione militare, dichiarando che i blindati portati al confine con il Brennero, nella regione del Tirolo, non sono dei carri armati ma semplici veicoli blindati, non armati, con i quali è possibile bloccare le strade. Il Governo austriaco tiene a ricordare anche che sono stati già utilizzati durante la crisi dei rifugiati 2016 al confine tra Spielfeld e la Slovenia. Ma se da una parte sminuisce l’azione militare, dall’altra il portavoce del Governo austriaco rincara la dose precisando che l’esercito sarebbe in grado di inviare 750 soldati entro 72 ore per affrontare le emergenze.
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