Dopo il via libera del marzo scorso al Pentagono con cui il Presidente Americano Donald Trump ha autorizzato azioni anti-terrorismo che prevedono sia attacchi aerei sia incursioni terrestri, e dopo l’entrata in vigore del “Muslan bag” – il divieto di ingresso in Usa di cittadini di Iran, Libia, Siria, Somalia, Sudan e Yemen, si rafforzano gli impegni militari americani proprio in alcuni di questi Stati.
Le Forze Usa hanno lanciato un nuovo attacco a militanti di al-Shabaab in Somalia la scorsa domenica. Non è la prima volta che i militari delle Forze armate statunitensi colpiscono in Somalia. La prima azione, in base alle nuove autorizzazioni, era già stata effettuata l’ 11 giugno scorso con un raid aereo in un centro di formazione di al-Shabaab a sud ovest di Mogadiscio. La rivelazione è stata fatta dallo stesso funzionario della difesa Patrick Barnes portavoce del Comando Africa degli Stati Uniti che dichiara: “L’attacco di Domenica è stata un’ operazione di precisione chirurgica, stiamo attualmente valutando i risultati dell’operazione, e forniremo ulteriori informazioni a seconda dei casi”.
Queste dichiarazioni, per gli esperti del settore, fanno intendere che si è trattato di un attacco aereo, o elicottero, o più probabilmente di attacco con droni, anche se lo stesso funzionario nella sua dichiarazione non hanno fornito alcun dettaglio in particolare. Inoltre non è stato comunicato quale era ufficialmente l’obbiettivo né tantomeno l’esito dell’attacco. Le forze Usa sono – ufficialmente – in Somalia per sostenere il governo federale del Paese, l’Esercito nazionale somalo e la AMISOM (African Union Mission in Somalia), nella lotta agli estremisti di al-Shabaab; un gruppo legato ad al-Qaeda che starebbe tentando di rovesciare il Governo sostenuto a livello internazionale.
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