In 27 sono stati accompagnati lunedì con un volo CarpatAir da Lampedusa a Palermo per l’espulsione. Nel capoluogo siciliano sono però rimasti un po’ più di qualche ora ad attendere il riscontro del Consolato tunisino che precede il decollo alla volta di Tunisi. Tra i 27 migranti che hanno ricevuto il decreto di espulsione ci sono i dieci che sono sbarcati a Linosa lo scorso venerdì 23 giugno e gli undici trovati sottocosta circa ventiquattrore dopo a Lampedusa. Questi, appartenenti a due differenti episodi e distanziati di un giorno, pare fossero a bordo di una stessa nave che li avrebbe quindi lasciati nelle vicinanze della costa di Linosa prima e Lampedusa dopo con due barchini in legno di circa quattro metri. Altri sei migranti tunisini risiedevano nell’hotspot dell’isola da più tempo ed hanno dovuto attendere anche il raggruppamento di connazionali per essere rispediti a casa con un charter da 27 più scorta. Rimpatriato anche il tunisino giunto a Lampedusa precedentemente, ed insieme ad altri connazionali, che è stato identificato quale persona non gradita e già espulsa nel 2015. Il migrante era già stato accompagnato alla frontiera due anni addietro e questa volta, oltre ad essere stato immediatamente riconosciuto, è stato ritrovato in possesso di un video “simpatizzante” la sharia sul suo smartphone. Il video, secondo fonti interne, gli sarebbe stato inviato dal fratello riconosciuto aderente a radicalizzazione integralista islamica e potenzialmente fedele alla “guerra santa”. Il tunisino era stato trasferito nel Cie di Pian del Lago, in provincia di Caltanissetta, prima del rimpatrio.
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