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Altro colpo alla ‘Ndrangheta e Gratteri accusa apparati dello Stato

La Procura retta da Nicola Gratteri continua ad assestare colpi importanti alla criminalità organizzata calabrese. Ma i colpi assestati da Gratteri non sono rivolti soltanto alla ‘Ndrangheta. In una intervista rilasciata dal magistrato dopo l’arresto dei giorni scorsi, un colpo è stato sferrato anche verso chi la criminalità organizzata la dovrebbe combattere. Parla di ‘Ndrangheta di Serie A il procuratore della Repubblica di Catanzaro, “che è stata per decenni colpevolmente sottovalutata o non capita”. Poi l’affondo di Gratteri su chi aveva la responsabilità di governare e potenziare Magistratura e Forze dell’ordine. Una denuncia importante, come quelle da cui Nicola Gratteri non si è mai sottratto, che accusa una forza della ‘Ndrangheta dovuta anche o principalmente al terreno passivamente complice su cui estendeva il proprio potere negli anni. Secondo Gratteri i recenti importanti risultati delle Procure sarebbero dovuti anche al contributo di “nuovi innesti” nella Squadra mobile e nel Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato. L’intervista è stata rilasciata a margine della conferenza stampa tenutasi dopo gli arresti effettuati con l’operazione “Outset”. Gli arrestati sono considerati mandanti ed esecutori materiali dell’omicidio di Mario Franzoni, avvenuto nel 2002 e di Giuseppe Salvatore Pugliese nel 2006. Otto persone tratte in arresto la mattina di venerdì scorso dagli uomini delle Squadre mobili di Catanzaro e Vibo Valentia a conclusione di una complessa un’indagine. Le ordinanze di arresto sono state supportate anche dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. In tal modo gli investigatori hanno potuto ricostruire la dinamica degli omicidi e i moventi.

In particolare, è stato accertato che l’omicidio di Franzoni era stato commissionato da un costruttore edile di Vibo Valentia ad esponenti della cosca Lo Bianco, dopo le violente minacce che i figli di quest’ultimo avevano ricevuto proprio dal Franzoni. Come corrispettivo, l’imprenditore si era impegnato a costruire due villette che poi aveva consegnato agli esecutori materiali dell’omicidio. Il movente dell’omicidio di Giuseppe Salvatore Pugliese, invece, è stato individuato in una relazione clandestina che lo stesso intratteneva con la figlia minorenne di un esponente di spicco dei Piscopisani. Relazione sentimentale che non aveva troncato nonostante i vari avvertimenti. Tuttavia, al di là dell’apparente movente riconducibile al “delitto d’onore”, la reale motivazione stava nel fatto che si erano inaspriti i rapporti in seno alla criminalità organizzata vibonese ed in particolare al fatto che la vittima non riconoscesse l’autorità criminale delle cosche e facesse affari per conto suo. La Procura della Repubblica di Catanzaro sta quindi dettando un nuovo corso nella lotta alla criminalità organizzata calabrese coinvolgendo anche le Procure delle altre provincie. Tra le recenti attività di rilievo c’è anche l’indagine che ha portato agli arresti per il giro di interessi della ‘Ndrangheta intorno al centro per migranti S. Anna di Isola di Capo Rizzuto in provincia di Crotone.

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