Beneficiava del regime detentivo agevolato ai domiciliari il boss del mandamento palermitano di Brancaccio Pietro Tagliavia mentre gestiva un complesso giro affaristico mafioso. È stato ricostruito l’intero organigramma delle famiglie mafiose appartenenti al mandamento, definendo ruoli e competenze di ciascun associato e, in particolare, individuando gli elementi di vertice. Tra questi spiccano le figure di Claudio D’Amore, Bruno Mazzara e Giuseppe Lo Porto, tutti fidati collaboratori di Pietro Tagliavia; Francesco Paolo Clemente, Francesco Paolo Mandalà, Gaetano Lo Coco incaricati del controllo delle numerose aziende, tutte intestate a prestanome, utilizzate per realizzare le frodi di natura fiscale, conseguendo il monopolio regionale e una posizione dominante nel restante territorio nazionale nella commercializzazione degli imballaggi industriali; Giuseppe Caserta e Cosimo Geloso, rappresentanti della famiglia di “Brancaccio”; ed infine Giuseppe Mangano, Giuseppe Di Fatta e Antonino Marino, titolati rappresentanti della famiglia “Roccella”.
Le intercettazioni ambientali del mafiosi:
Le investigazioni, eseguite in stretto coordinamento dalla Squadra Mobile e dal G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo, hanno consentito di fare luce su numerosi episodi di minacce, danneggiamento, estorsione, furto e detenzione illegale di armi da parte di esponenti della cosca di Brancaccio, nonché di ricostruire l’intero organigramma delle famiglie mafiose appartenenti al mandamento, definendo ruoli e competenze di ciascun associato e, in particolare, individuando gli elementi di vertice. Dalle prime ore di questa mattina, la Polizia di Stato e la Guardia di Finanza di Palermo, in esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. di Palermo, nell’ambito di indagini coordinate dalla locale D.D.A., stanno procedendo, in Sicilia, Toscana, Lazio, Puglia, Emilia Romagna e Liguria, all’esecuzione di decine di misure cautelari personali nei confronti dei maggiori esponenti del Mandamento mafioso di Brancaccio e di altrettanti loro complici, nonché al sequestro di numerose aziende, per un valore complessivo di circa 60 milioni di euro.
La strutturata attività di indagine ha altresì permesso di dimostrare il totale controllo, da parte dell’associazione, di un “gruppo imprenditoriale”, distribuito su diverse Regioni ma particolarmente radicato in Sicilia e Toscana. Nel corso delle odierne operazioni, la Polizia di Stato e la Guardia di Finanza stanno procedendo, rispettivamente, al sequestro di numerosi veicoli e autoveicoli utilizzati per la commissione dei reati contestati, nonché delle aziende riconducibili agli esponenti mafiosi arrestati. Il capo del mandamento mafioso di Brancaccio e della famiglia di “Corso dei Mille” ha presieduto al traffico di stupefacenti ed il sostentamento dei detenuti e dei loro nuclei familiari attraverso la gestione della cassa comune. Era anche il capo del sistema delle estorsioni attuate sul territorio di riferimento e si occupava della gestione, tramite compiacenti prestanome, di un ramificato gruppo di imprese – operanti sul territorio nazionale principalmente nel settore della commercializzazione degli imballaggi industriali – nonché del gioco del lotto abusivo nel mandamento da lui controllato.
Le immagini della partenza all’alba per il blitz