Alla vigilia dell’approvazione parlamentare di una missione militare in Libia per la lotta al traffico di migranti arriva la “Dichiarazione” della Camera dei Rappresentanti di Tobruk per gelare l’euforica competizione italo-francese. Secondo il Comitato Nazionale della Libia per la Difesa e la Sicurezza, il Consiglio di presidenza di Fayez al-Sarraj è incostituzionale ed illegittimo ed altrettanto incostituzionale ed illegittimo è l’accordo recentemente siglato con l’Italia per un impegno militare in mare ed in terra libica. Francia ed Italia si sarebbero quindi fatti i conti senza l’oste, che in questo caso è quella Libia Cirenaica mai pacificata con il Consiglio di presidenza in capo alla Libia Tripolitania. Non ci sarebbe quindi una condivisa unificazione con consenso trasversale alle prossime elezioni come promesso all’Eliseo da Sarraj ed il generale Haftar in presenza del padrone di casa Macron, ma soltanto un ribaltamento dei fronti con gemellaggio di fazioni filo-occidentali contro le persistenti fazioni filo-russe. La imprevista manovra diplomatica del presidente francese Emmanuel Macron aveva spinto ad una accelerazione la missione militare italiana, concordata con il presidente del Consiglio libico Sarraj durante l’incontro romano all’indomani del vertice di Parigi, ma programmato a Washington giorni prima del sorpasso parigino.
Il Comitato Nazionale Libico per la Difesa e la Sicurezza considera quindi questa operazione militare una violazione della sovranità della Libia. Secondo la Camera dei Rappresentanti di Tobruk, l’autorizzazione alla Marina Militare italiana di entrare nelle acque territoriali libiche avrebbe il “pretesto di combattere l’immigrazione illegale”. Questa ingerenza militare sarebbe quindi per Tobruk “considerato un intervento militare flagrante dall’Italia negli affari libici con l’aiuto dei suoi seguaci che vogliono solo essere presenti nella scena politica libica”. La dichiarazione del Comitato Nazionale Libico per la Difesa e la Sicurezza, datata 30 luglio, prosegue con l’ineludibile concreta diffida avvertendo “l’Italia delle conseguenze di violazioni della sovranità dello Stato Libico sotto qualsiasi pretesto”, ed allertando le Forze arabe libiche con consegna “di fare il loro dovere nazionale per proteggere la sovranità Libica da ogni violazione”. In altre parole si può tradurre in “se metti piede in Libia sarà guerra”. Le Commissioni congiunte Esteri-Difesa Senato-Camera, domani alle 13, hanno in calendario le comunicazioni del Governo sulla Libia e dovranno valutare l’approvazione della missione deliberata dal Consiglio dei Ministri a formale seguito dell’incontro tra il Governo italiano ed il presidente del Consiglio di transizione libica Fayez al-Sarraj. Le Commissioni verranno adesso chiamate a vagliare una nuova ipotesi sul tavolo che potrebbe essere quella del coinvolgimento in una nuova guerra su suolo libico invece della premessa semplice lotta ai trafficanti di migranti.
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