Il dettaglio della Delibera del Consiglio dei ministri adottata il 28 luglio ed al vaglio delle aule di Camera e Senato oggi non sembra un vero e proprio protocollo di missione ma una semplice integrazione alla missione Mare sicuro di cui di fatto è parte integrante. Eppure l’estensione di consegne che la Marina Militare acquisirebbe potrà aprire scenari inaspettati e potenziali gravi effetti collaterali. La missione, già osteggiata dalla Camera dei rappresentanti libici di Tobruk, rischia appunto di trasformare l’azione di supporto alle Forze libiche per contrasto ai trafficanti in una vera e propria guerra. Allo stato attuale però non risulta un impiego di forze diverso da quello della missione prorogata fino al 31 dicembre 2017 ed alla quale si intende estendere le consegne.
Nella “Deliberazione del Consiglio dei Ministri in merito alla partecipazione dell’Italia alla missione internazionale in supporto alla Guardia costiera libica adottata il 28 luglio 2017” si legge quanto segue:
L’Italia partecipa all’operazione Mare Sicuro con 700 unità di personale militare, con l’impiego di 4 mezzi navali e di 5 mezzi aerei. (per il 2016 era autorizzato l’impiego di 5 mezzi navali, di cui una nave anfibia tipo LPD con funzione di comando e controllo dell’intero dispositivo e capacità sanitarie, nonché di 4 mezzi aerei, anche a pilotaggio remoto).
Il fabbisogno finanziario dell’operazione Mare sicuro è stato stimato in euro 83.998.043.
In relazione richiamati compiti aggiuntivi il Governo fa riferimento alla necessità di fornire supporto alle forze di sicurezza libiche per le attività di controllo e contrasto dell’immigrazione illegale e del traffico di esseri umani mediante un dispositivo aeronavale e integrato da capacità ISR, ovvero di acquisizione di informazioni operative (intelligence), di sorveglianza (surveillance) e ricognizione degli obiettivi (reconnaissance).
Nello specifico, la missione dovrà garantire:
1. la protezione e la difesa dei mezzi del Consiglio presidenziale l Governo di accordo nazionale libico (GNA) che operano per il controllo ed il contrasto dell’immigrazione illegale, distaccando, una o più unità assegnate al dispositivo per operare nelle acque territoriali e interne della Libia controllate dal Consiglio presidenziale l Governo di Accordo Nazionale (GNA) in supporto a unità navali libiche;
2. la ricognizione in territorio libico per la determinazione delle attività di supporto da svolgere;
3. la possibilità di svolgere attività di collegamento e consulenza a favore della Marina e Guardia costiera libica e la collaborazione per la costituzione di un centro operativo marittimo in territorio libico per la sorveglianza, la cooperazione marittima e il coordinamento delle attività congiunte.
Inoltre, potranno essere svolte attività per il ripristino dell’efficienza degli assetti terrestri, navali e aerei, comprese le relative infrastrutture, funzionali al supporto per il contrasto dell’immigrazione illegale.
In relazione alla composizione degli assetti, la scheda tecnica precisa che sarà impiegata una unità funzionale al supporto tecnico logistico e un pattugliatore tratto dalle unità autorizzate nella Operazione nazionale Mare Sicuro, con possibilità di integrazione di ulteriori assetti sempre tratti da quelli indicati nella citata scheda. Anche le unità impiegate saranno tratte dal contingente già autorizzato nell’attuale dispositivo dell’Operazione nazionale Mare Sicuro.
La spesa dell’operazione è stimata in euro 34.950.000, rientrante nelle spese già preventivate per il richiamato dispositivo aeronavale nazionale “Mare sicuro”.