La Golfo Azzurro della Ong spagnola Proactiva Open Arms era rimasta al largo di Malta per quasi tre giorni prima di fare rotta verso il porto siciliano di Pozzallo. Anche nel porto italiano le veniva però negato l’accesso. Il rifiuto ha origine nella competenza maltese del soccorso che la Ong aveva effettuato il 6 agosto in area Search and Rescue di competenza dell’isola-Stato mentre dirigeva proprio su essa per una ordinaria sosta tecnica con rotazione del personale di bordo. Malta, dopo il coordinamento al soccorso, aveva indicato all’equipaggio il vicino porto di Lampedusa per lo sbarco dei tre migranti trovati su un barchino di strada per la propria destinazione. Lampedusa però, come la sala operativa del nazionale MRCC, era all’oscuro dell’operazione. Preso atto dei dettagli del caso ha quindi rinviato al mittente la Golfo Azzurro. Giunta a Malta questa vedeva negato l’accesso in porto a causa dei tre migranti che a La Valletta non intendevano ricevere.
Ieri mattina, dopo una dozzina di ore a passeggio sulla linea di confine delle acque territoriali italiane tallonata da una motovedetta della Guardia Costiera, la Golfo Azzurro ha dichiarato una avaria al motore ed ha quindi formulato una diversa richiesta di accesso al porto di Pozzallo. Richiesta accordata, che non ha però risolto il problema. La Golfo Azzurro ha ormeggiato nel porto siciliano senza l’autorizzazione allo sbarco dei tre migranti e neanche del personale. Dovrà quindi ripartire appena ne sarà nuovamente in grado. Il braccio di ferro tra Italia e Malta continua quindi senza soluzione. Dopo 90.000 migranti soccorsi nel Mediterraneo da inizio anno, il nodo Malta è venuto al pettine con soli tre migranti su un barchino in Sar maltese, e pare che l’isola di La Valletta non intenda creare il precedente di accordare uno sbarco di migranti da una nave Ong nel proprio porto.
Alla fine le autorità italiane hanno autorizzato lo sbarco nel porto di Pozzallo.