Avevano da poco annunciato trionfalmente che la loro nave era stata rifornita al largo della costa tunisina ed era pronta a ripartire ma l’inizio della missione è stato subito coperto di ridicolo. Il messaggio pubblicato intorno alle undici di questa mattina sulla pagina Facebook di Generazione Identitaria è il seguente: “A seguito del rifiuto dell’autorità portuale tunisina alla richiesta di ingresso nel porto di Sfax della nostra nave (che necessitava di carburante e di viveri) abbiamo scelto di effettuare il rifornimento in alto mare, completandolo ieri pomeriggio. L’ennesimo tentativo di sabotaggio è fallito, con buona pace dei ‘collettivi nordafricani’ costituitisi appositamente per disturbare la nostra missione e tutt’ora convinti di averci persuasi a rinunciare alla tappa tunisina con una ridicola manifestazione nel porto di Zarzis”. Ma neanche il tempo di chiudere la nota con cui Defende Europe voleva alzare la testa, alludendo al fatto che l’iniziativa del Collettivo dell’Africa del Nord non era comunque stato in grado di fermarli, e sono arrivati altri problemi.
“La C-Star è incorsa in un problema tecnico di lieve entità durante la notte; al fine di risolverlo prima che la nave entrasse nella SAR zone e navigasse in prossimità delle altre imbarcazioni, il motore principale è stato spento. Ciò comporta che per il COLREG (regolamento internazionale per prevenire gli abbordi in mare) l’imbarcazione è considerata ‘senza comando’, e ciò è stato comunicato alle navi in prossimità, conformemente al regolamento. Il problema sta per essere risolto”. Questo messaggio è apparso sulla pagina Facebook di Defende Europe pochi minuti prima che Ansa completasse il quadro con il resto dell’informazione. Dal ponte di comando della C-Star era appunto stato comunicata l’avaria, come da regolamento internazionale, ed una nave del dispositivo Eunavformed che ha raccolto il messaggio l’ho ha inoltrato al MRCC di Roma.
Dalla sala operativa della capitale, forse con un cenno di humor, è stata inoltrata una richiesta di soccorso ad una delle Ong che operano oltre le acque libiche. Malgrado questa non fosse esattamente nelle vicinanze. Anzi, la nave più vicina – al largo dell’isola tunisina di Sfax dove sostava la C-Star – forse era ancora la stessa che ha provveduto al rifornimento della nave di Defende Europe. Al simpatico humor canzonatorio ha comunque voluto prender parte anche la Ong interpellata. Ecco quindi che la Sea Eye raccoglie la chiamata affermando di dirigersi verso la nave anti-Ong. Questa sarebbe la seconda risata che la Generazione Identitaria offre ai suoi antagonisti: la prima era certamente quella dell’equipaggio – così dichiarato da bordo C-Star a Cipro – dello Sri Lanka con cui la “generazione identitaria” di Defende Europe sarebbe stata al di sopra di ogni sospetto.