Quando si crede di poter tappare una falla con un dito si aprono sempre nuovi buchi. Nel caso dei flussi migratori le falle sono i porti di partenza ed i nuovi buchi sono le nuove rotte che i migranti tracciano pur di riuscire ad aggirare gli ostacoli, cioè il dito. Se poi si aggiungono i rapidi passaparola sulla distribuzione di denaro o barche o quant’altro si può promettere ad una regione perché operi un severo contenimento delle partenze, ecco che altri si prestano immediatamente a lasciar crescere il flusso migratorio dalle proprie coste così da potersi sedere allo stesso tavolo delle trattative. Dopo il generale Khalifa Haftar con la contro-richiesta cirenaica per il controllo delle partenze dalla Libia, adesso pare aprirsi una vera e propria rotta dalla Tunisia. Un sentiero fin qui solo tracciato, ma che non può che aumentare in frequenza.
Nelle ultime 24 ore, soltanto sulle Pelagie, sono sbarcati 105 migranti di nazionalità tunisina. La notte tra sabato e domenica sono arrivati a Lampedusa 14 nordafricani con un barchino. Stessa notte in cui a Linosa, la sorella minore delle isole abitate nell’arcipelago pelagico, ne sono sbarcati 68 di migranti tunisini. La notte successiva, cioè non molte ore fa, sono arrivati altri 23 migranti tunisini e nuovamente a Linosa. Dei 91 nordafricani che hanno raggiunto l’isola vulcanica, uno è stato trasferito in una struttura ospedaliera con l’elicottero del 118. Gli altri hanno trascorso la notte all’aperto perché Linosa non ha una struttura di prima accoglienza per migranti.
Tutti e tre gli eventi sono stati scoperti dopo lo sbarco avvenuto in modo autonomo. I migranti hanno infatti raggiunto le rispettive isole senza incorrere in alcun controllo di frontiera durante la traversata. Forse le Pelagie non erano la loro meta ed una volta rintracciati dalle autorità locali verranno tutti rimpatriati all’esito dell’identificazione. Attualmente la Prefettura, in concorso con il Ministero dell’Interno, il Ministero dei Trasporti e la Guardia Costiera sta valutando il trasferimento dei migranti fermi a Linosa mediante guardacoste della Capitaneria di Porto direttamente a Trapani. Il capoluogo di provincia siciliano sarebbe infatti una delle poche strutture con disponibilità di posti raggiungibile senza staffetta aerea.