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Rimpatriati tunisini da Lampedusa dopo tensioni

Questa mattina un volo con trenta migranti tunisini e scorta ha lasciato l’aeroporto di Lampedusa per il solito itinerario che prevede a Palermo la convalida di rimpatrio ed a Tunisi la destinazione. Tra i tunisini rimpatriati ce ne erano anche alcuni che negli ultimi giorni avevano arrecato qualche disagio all’isola su cui erano sbarcati e che ieri sera avevano fatto sfiorare la rissa per le vie del centro. Un po’ di malumore era già nell’aria e tra i commercianti della centralissima via Roma i commenti all’indirizzo degli immigrati erano poco eleganti. Qualche piccolo furto tra i negozi dell’affollata via Roma aveva messo in agitazione gli isolani alle prese con la loro ottima annata turistica.

Ieri sera una nuova azione di disturbo dei migranti tunisini usciti come ogni giorno dall’hotspot di Contrada Imbriacola ha però messo a rischio l’ordine pubblico. I giovani nordafricani avevano tentato un altro furtarello, pare che l’oggetto dei loro desideri fosse del vino, e la reazione locale è stata questa volta di diversa impronta. Sembra che di impronta si possa parlare anche nel caso delle cinque dita rimaste impresse su uno dei delinquenti. Fortunatamente è stato repentino l’intervento degli agenti dell’Undicesimo Reparto Mobile della Polizia di Stato inviato da Palermo per aumentare la sicurezza del centro per migranti, dentro e fuori. Insieme al reparto anche gli agenti dell’Ufficio immigrazione e della Squadra Mobile.

Un padiglione dell’Hotspot di Lampedusa
Questa mattina, tra i trenta tunisini rimpatriati c’erano anche i giovani teppisti che ieri sera hanno rischiato un mezzo linciaggio in centro. La questione resta però aperta nelle stanze del Municipio, dove il primo cittadino dell’isola continua a chiedere spiegazioni alle autorità competenti circa la facoltà che questi “ospiti” dell’hotspot hanno di uscire dalla strutture e causare disturbo sull’isola. L’hotspot, già Centro di Primo Soccorso ed Accoglienza, voluto dall’Unione europea e accordato dal Governo italiano immediatamente a Lampedusa prima che negli altri porti sensibili, prevede in teoria ed a differenza del precedente statuto della struttura che i migranti non possano uscire fino all’avvenuta identificazione e quindi al trasferimento. Punto sul quale l’amministrazione comunale insediatasi a giugno continua a chiedere chiarezza dal Ministero dell’Interno.

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