“In seguito ai recenti sviluppi nell’area del Mediterraneo centrale, MOAS ha deciso di spostare strategicamente le sue operazioni nel sud-est asiatico”. Si apre così il comunicato stampa con cui la Ong Moas annuncia l’abbandono del Mediterraneo centrale e delle operazioni fin qui condotte. Un annuncio che non sorprende, viste le recenti navigazioni delle navi del Moas verso il sudest asiatico e di altre Ong verso la regione est del Mediterraneo. La tedesca Sea Watch pare stia facendo ormai base nel porto di Samos, in Grecia. Tra chi ha lasciato l’operazione di soccorso migranti, chi l’ha spostata in altre aree e chi ha la barca sotto sequestro a Trapani, nel Mediterraneo centrale sono rimaste ad oggi solo le navi della Ong spagnola Proactiva Open Arms, la Seefuchs e la Aquarius. Quattro navi contro la flottiglia che operava fino a pochi mesi addietro.
“Attualmente però non è chiaro cosa succeda in Libia – recita il comunicato stampa del Moas – ai danni delle persone più vulnerabili i cui diritti andrebbero salvaguardati in ottemperanza al Diritto internazionale e per difendere il principio di umanità”. Una sbirciata l’ha invece data Amedeo Ricucci mostrando su Rai Uno, se pur in tarda serata, a tutti cosa accade in Libia. Il titolo dello speciale di Ricucci è “L’imbroglio”, e coerentemente con il titolo scelto mostra la cosiddetta “Guardia costiera” libica di Zawiah ed il suo leader detto Bija. Ma se questo non bastasse, l’impresa di Ricucci va oltre e documenta le condizioni in cui vengono tenuti i migranti riportati a terra dalla milizia marinara di Bija. Condizioni indegne e sotto gli occhi dell’Oim che, precisa un operatore dell’organizzazione mondiale nello speciale Rai, è comunque tenuta solo a fornire coperte e materassi.
È solo una coincidenza, ma il comunicato stampa del Moas sembra fare eco allo speciale firmato da Amedeo Ricucci: “Moas non vuole diventare parte di un meccanismo in cui, mentre si fa assistenza e soccorso in mare, non ci sia la garanzia di accoglienza in porti e luoghi sicuri. In questo contesto, e nel rispetto dei nostri principi fondativi, Moas ritiene di voler sospendere le operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo”. Quindi la Ong che per prima ha dato vita al soccorso civile nel Mediterraneo tre anni orsono non intende rendersi complice dei libici né, chiaramente, aiutare Bija nel suo sistema di “soccorso” ai migranti. Per quanti non avessero avuto la possibilità di vederlo, “L’imbroglio” di Amedeo Ricucci è disponibile on demand sul sito Raiplay
Il comunicato stampa del Moas prosegue con la dichiarazione d’intenti che qui replichiamo:
“Forte del suo impegno nel monitorare, assistere e alleviare le sofferenze della minoranza Rohingya crudelmente perseguitata, Moas ha scelto di spostare strategicamente le sue operazioni nel Sud-est asiatico. Da lì, Moas fornirà assistenza e aiuti umanitari ai Rohingya , e lavorerà alla creazione di una sistema organico di trasparenza, sostegno e responsabilità nella regione, dove è in corso un esodo mortale alla frontiera fra Bangladesh e Myanmar.”