Di Roberto Greco
La grande mano e l’occhio di Ferdinando Fuga (1699-1782), dopo essersi posati sulla Cattedrale di Palermo, per la quale realizzò un imponente progetto di restauro, viste le sue frequentazioni della Felicissima negli ultimi anni della sua vita, si posarono anche sul progetto a cui l’architetto Giuseppe Venanzio Marvuglia stava lavorando in quegli anni, che vide la luce due anni dopo la morte di Fuga. Su incarico del principe di Belmonte, Giuseppe Emanuele Ventimiglia, il Marvuglia progettò e coordinò i lavori per la realizzazione di un imponente palazzo proprio sul Cassaro, il corso principale della città, edificio che segna il passaggio dal tardo Barocco Siciliano al Neoclassicismo. Palazzo Belmonte fu così chiamato sino al XIX secolo quando fu acquistato dalla famiglia Riso, che pose sul portale di ingresso il proprio stemma.
Sede della Casa del Fascio negli anni mussoliniani della Repubblica, fu distrutto, in parte, da una bomba durante la II guerra mondiale che, oltre a distruggere la struttura muraria, distrusse anche pregevoli affreschi di cui oggi solo il ricordo iconografico ci può restituire. Dal 2008, dopo una lunga e faticosa operazione di restauro, Palazzo Belmonte-Riso diviene sede del Museo d’Arte Contemporanea e inizia così il suo lungo percorso di apertura alla città, ai suoi residenti e ai suoi visitatori.
Nel corso dell’ultimo anno, ha riaffermato il suo ruolo di epicentro culturale del Cassaro Alto, anche in virtù della pregevole piazza Bologni che gli si apre davanti. Gli spazi del palazzo sono stati, via via, sede di dibattiti, presentazione libri, concerti. Come dimenticare il “vertical stage” realizzato sulla sua facciata nel periodo del “Pride Village”, proponendo un nuovo modo di integrare musica e architettura e una fruizione dello show svincolata dal corpo estraneo, spesso rappresentato da un palco tradizionale. Il mix tra pietra, colore e musica.
Si tratta di quattro appuntamenti che snodano la rassegna sino al 12 ottobre. Documentari, corti e animazione, saranno i protagonisti della rassegna. Voci, immagini e colori provenienti dal SiciliAmbiente Festival, concorso giunto oramai alla IX edizione. Diretto da Antonio Bellia, che ha curato la selezione dei lavori che saranno presentati a “Terra Mia”, il festival si prepara per il suo X compleanno, che si svolgerà come di consueto, nella splendida cornice di San Vito Lo Capo. Il programma di questa sera si sviluppa con “Waste Mandala” di Alessandro Bernard e Paolo Ceretto, seguito da tre cortometraggi: “In a Few Years Everything Will Be Different” di Julie Engaas, “Juan y la nube” di Giovanni Maccelli e “Bussresan (The Bus Trip)” di Sarah Gampel.
Questa sera, a Palazzo Belmonte-Riso, soffierà il Vento del Mediterraneo che si mescola con il vento del Nord.
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