Il termine “sbarco” era stato sostituito nell’uso comune giornalistico perché non corrispondente alla giusta definizione degli arrivi di migranti soccorsi nel Mediterraneo dalla Guardia Costiera e da altri dispositivi “Search and Rescue”. Malgrado una volta in porto i migranti dovevano sbarcare a terra come qualunque passeggero, la definizione è stata accreditata unicamente allo sbarco autonomo di migranti che contemporaneamente sono stati definiti tali invece che “clandestini”. Ma la semantica giornalistica degli ultimi anni nulla può di fronte al ritorno degli sbarchi e degli “sbarchi fantasma”. Perché quelli che si registrano da qualche tempo a questa parte, compresi quelli di cui a volte si trovano solo tracce o al massimo le barche, sono sbarchi o così possono essere definiti.
Gli ultimi sbarchi, in ordine di tempo, sono di ieri sera a Lampedusa. Due barche hanno raggiunto la costa in zona Cala Croce ed i migranti sono sbarcati sull’isola dirigendosi smarriti verso il centro abitato poco prima delle 20:00. Individuati dalle Forze dell’ordine sono stati poi raggruppati e condotti presso l’Hot Spot dell’isola dove erano già presenti circa 250 migranti. Tutti, compresi quelli approdati ieri sera, di nazionalità tunisina. In totale i migranti reperiti dopo lo sbarco risultano una trentina e non si esclude che altri possano essersi dati alla macchia prima dell’arrivo dei carabinieri. Nel frattempo il Mediterraneo pare essere nuovamente un enorme specchio d’acqua da setacciare con l’ausilio di radar e guardacoste in pattugliamento continuo. Nella giornata odierna altre imbarcazioni con migranti sono infatti state segnalate a sud ed a ovest di Lampedusa.
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