L’indipendenza catalana appare in salita ripida

Colpiti gli affari della Catalogna con la migrazione di imprese e banche agevolate da una norma ad hoc del governo centrale spagnolo e sospesa la seduta plenaria che avrebbe visto dichiarare l'indipendenza.

Dai colpi di manganello e di pallottole di gomma si passa ai colpi bassi in Spagna sulla pretesa indipendenza catalana. Il governo spagnolo sta studiando un emendamento normativo che, mediante l’emanazione di un decreto legge, faciliterebbe il cambiamento delle sedi aziendali delle imprese senza dover passare dalla convalida dell’assemblea degli azionisti. Il cambiamento consentirebbe, ad esempio, a CaixaBank di trasferire la propria sede fuori dalla Catalogna. Già pronto a beneficiarne, il Consiglio di Amministrazione di CaixaBank si riunirà venerdì per valutare un cambiamento di sede. Anche il Banco Sabadell è pronto all’abbandono ed ha già ufficialmente annunciato che intende spostare la propria sede al di fuori della comunità catalana. Se non bastasse, il presidente della Camera di Commercio di Spagna, Jose Luis Bonet, amministratore delegato della importante cantina vinicola Freixenet, intende anch’esso proporre al Consiglio di Amministrazione della società il cambio di sede al di fuori della Catalogna. Malgrado la Generalitat di Catalunya sia in assoluto una delle più ricche di Spagna, la sequenza di migrazioni bancarie e dei grossi gruppi imprenditoriali assesterebbe un duro colpo all’economia della regione. Colpo che, di contro, avrebbe un prezzo anche per le stesse Sabadell e CaixaBank che perderebbero un grosso volume d’affari costituito dalla regione in cui avevano appunto deciso di impiantare le proprie sedi. L’allarme resta concreto e comprensibile perché un eventuale repressione della Catalogna e la possibilità che l’euro non possa più circolare nella regione pone gli investimenti dei gruppi bancari esposti ad un forte rischio.

Carles Puygdemont
Nel frattempo il team di Carles Puygdemont sta studiando un modo per aggirare l’ostacolo posto dalla Corte Costituzionale con la sospensione della seduta plenaria del Parlamento catalano in programma per lunedì “9-o”. Il Ministro delle Imprese della Generalitat, Santi Vila, ha chiesto ieri un’ultima possibilità di dialogo tra la Catalogna ed il Governo di Spagna , e che entrambe le parti si impegnino a non prendere decisioni unilaterali per un certo tempo. Insomma, una breve pausa di riflessione affinché gli animi tra troppo esasperati non conducano ad’avventate azioni che possono produrre gravi ed irreversibili conseguenze. “Anche se un’eventuale dichiarazione di indipendenza del Parlamento sarebbe umana e politicamente comprensibile, tenendo conto delle avvertenze ricevute dalla comunità mondiale, dai sindacati e dalle imprese, è importante riflettere sulla sua utilità e sulle conseguenze”, ha dichiarato Vila. Il Ministro sottolinea quindi che l’alternativa all’accordo è il conflitto, e le sue conseguenze sull’economia catalana e di tutta la Spagna produrrebbero gravi effetti. Intanto a Cipro è stato spostato il vertice dei Paesi del Sud Europa previsto per il 9 ed il 10 ottobre. Motivo dello slittamento ad altra data è la comunicazione del Governo di Spagna sull’assenza del premier Mariano Rajoy causata dalla crisi catalana. All’assenza di Rajoy si era aggiunta anche quella del presidente francese Emmanuel Macron. Rajoy aveva anche negato un incontro con Puygdemont, segno che la Spagna non intende aprire al dialogo e che la Generalitat ha ormai una sentenza emessa che in un modo o nell’altro dovrà scontare.

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