La pop art è un modo di amare le cose. Andy Warhol
L’arte va consumata, come ogni opera commerciale. E va replicata, all’infinito, mutando i contorni ma non i temi, accendendo e spegnendo i colori. Per uno dei più importanti esponenti della Pop Art come Andy Warhol, ogni icona va masticata, ingoiata, copiata e rigettata, in maniera tale da svuotarla da ogni significato. Ecco quindi The Flowers, Mao, Marilyn Monroe, Mick Jagger, Liza Minnelli, la principessa Diana: soggetti. E basta. Ma dall’impatto talmente forte ed autentico, da divenire esempi di comunicazione.
Dal 19 ottobre sino al 7 gennaio 2018, a Palermo, presso Palazzo Sant’Elia saranno esposte anche le immagini di alcuni documenti personali di Andy Warhol: dal passaporto ad una delle sue prime pagelle, il foglio di ricovero ospedaliero dopo l’attentato, alcuni strumenti di lavoro e diversi preziosi libri, come l’“Index Book”, firmati dallo stesso Warhol. In una sala che fa parte del percorso espositivo, sarranno proiettati film documentari e video d’arte sull’artista e sulla Factory. Allestito anche un bookshop, che diventa a sua volta, spazio d’arte; e uno laboratorio di grafica per i più piccoli, aperto alle scuole.
L’allestimento di Andy Warhol. L’Arte di essere famosi si è andato perfezionando ad ogni nuova tappa; la mostra, nel corso degli ultimi dieci anni, ha toccato Montecarlo, Lugano, Andorra, Barcellona, Spoleto, Trieste, Cordoba, Palma de Maiorca, Pescara, Taipei e Kaohsiung nella Repubblica di Taiwan, San Marino, Ascoli Piceno, Aosta, Bologna, Dusseldorf.
L’intento della Rosini Gutman Foundation è quella di far conoscere Andy Warhol da una prospettiva diversa rispetto ad altre grandi collezioni, focalizzando l’attenzione su opere che rappresentano la parte più intima (per affinità), e più vicina (per estetica), alle sue radici europee, sia dal punto di vista intellettuale che da quello artistico. Un passo in avanti verso l’inquadramento storico e concettuale della Pop Art in Europa e in Italia, dove si salda con forza sulle spinte che erano già state anticipate dal Futurismo.
Roberto Greco
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