I finanzieri del Comando Provinciale di Messina hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare che prevede la misura degli arresti domiciliari per una persona e l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria per altre tre in quanto responsabili dei reati di bancarotta fraudolenta, falso in bilancio e frode fiscale. L’Autorità Giudiziaria ha inoltre disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente dei conti correnti, dei beni aziendali, delle quote di capitale e delle azioni intestate all’ultima delle società creata dagli indagati. Le indagini hanno permesso di accertare che gli indagati, tutti soci, amministratori e dipendenti di 8 società create nell’ultimo decennio ed operanti nel settore dell’editoria, erano autori dei bilanci irregolari con cui occultavano la crisi aziendale in modo da beneficiare di ulteriori finanziamenti che poi non venivano saldati.
Il collaudato modus operandi consisteva nel creare società ad hoc che venivano gravate di oneri connessi alla titolarità di importanti testate giornalistiche edite nella provincia di Messina, indebitate con l’Erario e con gli istituti previdenziali e successivamente messe in liquidazione con il contestuale spostamento della gestione della testata ad altre imprese momentaneamente in bonis. Altro elemento rilevato nel corso delle indagini riguarda il ricorso alla forma delle società cooperative per tutte le imprese gestite dagli indagati, funzionale a garantire il godimento di rilevanti agevolazioni fiscali previste per tale forma societaria. Attorno a tali società ruotava l’apparato creato e gestito sotto la regia di Vincenzo – detto Enzo – Basso, con l’ausilio di una serie di persone a lui fiduciariamente collegate nell’ambito delle compagini sociali delle citate cooperative che condividevano tutte la stessa sede o comunque i luoghi ove si svolgevano le principali attività. Sistematica era infine la ripetizione delle operazioni economiche poste in essere per trasferire verso le nuove società, di volta in volta costituite, la parte più rilevante del patrimonio aziendale.
L’ANSA ricorda che “il giornalista ed editore arrestato stamani dalla Guardia di Finanza a Messina per bancarotta fraudolenta, falso in bilancio e frode fiscale Enzo Basso, 56 anni, è caposervizio del Giornale di Sicilia in aspettativa da molti anni ed editore e redattore di ‘Centonove’, la storica testata settimanale regionale che da anni esce nelle edicole di tutta la Sicilia e che da qualche anno è anche on line. Insieme a Basso agli arresti domiciliari nell’indagine sono finiti con obbligo di firma Francesco Pinizzotto, Giuseppe Garufi e Andrea Ceccio. Basso è noto a Messina per le sue battaglie antimafia e anti sistema e sono numerose le inchieste del suo giornale contro la mala politica e gli sprechi. Per qualche anno con una sua società ha gestito anche la rassegna stampa dell’Assemblea regionale siciliana.”
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