La legge elettorale da poco approvata ha visto ben 8 voti di fiducia tra Camera dei deputati e Senato. Non sono mancate le polemiche sul modus operandi con cui a circa un semestre dal voto, in piena campagna elettorale ed a suon di blindature con voti di fiducia imposti, il Parlamento ha licenziato una legge elettorale non condivisa e priva di molti requisiti richiesti dalla Corte Costituzionale con la bocciatura degli ultimi due esperimenti: il “Porcellum” ed il renziano “Italicum”. Ma gli 8 voti di fiducia imposti sul “Rosatellum” dal Governo non sono gli unici del breve mandato di Paolo Gentiloni. Il record degli ultimi cinque governi spetta al Governo presieduto da Mario Monti, ma il successore del dimissionario Matteo Renzi alla Presidenza del Consiglio dei ministri.
Nel corso del mandato di questo Governo, neanche un anno ad oggi, secondo un calcolo elaborato da OpenPolis, il Governo ha fatto ricorso al voto di fiducia 27 volte. “Considerando le 46 leggi pubblicate in gazzetta ufficiale – precisa OpenPolis – e i 27 voti di fiducia, il rapporto per il governo Gentiloni è attualmente al 58,70%, il dato più alto fra gli ultimi 5 esecutivi”. Mario Monti ne poneva una media di tre al mese, ma i tempi e le riforme erano di ben altra natura. Si conferma quindi un trend in aumento della forzatura degli iter parlamentari con cui i Governi del Paese tendono ad evitare “ingerenze” dai due rami del Parlamento. Al termine dell’ultima storica forzatura, tecnicamente incostituzionale, con l’approvazione della legge elettorale in Senato mediante 5 fiducie in una sola Camera, si è dimesso dal partito con cui era stato eletto perfino il presidente del Senato Pietro Grasso.
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