Corina Cretu, commissaria europea per la politica regionale, aveva già avvertito di una situazione critica del Mezzogiorno italiano. Secondo Cretu i fondi vengono erogati per iniziative che non producono risultati visibili. Durante una visita in Italia, dieci mesi addietro, Corina Cretu aveva annunciato che l’utilizzo dei fondi da parte del nostro Paese stava crescendo, ma che la Commissione europea manifestava preoccupazione per il sud. Il dato nazionale, a febbraio, era arrivato al 33% di utilizzo delle risorse comunitarie (dato di gennaio 2017) contro il precedente registrato ad ottobre del 2016 pari ad un misero 13,6%. La commissaria aveva voluto incontrare i presidenti delle regioni del Mezzogiorno per meglio comprendere le ragioni dello scarso impiego delle risorse e degli scarsi risultati prodotti dai fondi impiegati. Scarso era, ed è, il ritorno occupazionale del Fondo europeo di sviluppo regionale come quello del Fondo di coesione.
Sulla questione dell’impiego delle risorse si è aperta una battaglia politica in cui il Movimento Cinque Stelle accusa i precedenti governi della Regione Sicilia di non aver e di non aver saputo redigere bandi che consentissero all’imprenditoria siciliana di beneficiare delle risorse comunitarie. Sull’erogazione dei fondi, l’eurodeputato del Movimento Cinque Stelle Ignazio Corrao aveva depositato una interrogazione parlamentare la cui risposta, sottoscritta da Corina Cretu, è stata secca: “Il tasso di realizzazione delle azioni in Sicilia è al 57%”. Partendo dal dato fornito dalla Commissione europea, e dai visibili magri risultati conseguiti in Sicilia, Corrao annuncia una marcatura stretta al Governo regionale di Nello Musumeci. “La Regione arranca e rischia il disastro anche con i fondi UE 2014-2020. Nonostante gli impegni presi con l’Europa a snellire le procedure e migliorare la macchina amministrativa di gestione dei fondi, l’Europa ci bacchetta perché siamo ancora indietro nell’attuazione del piano di rafforzamento amministrativo rispetto alle altre regioni”. A dichiararlo è l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Ignazio Corrao in merito al piano di Rafforzamento Amministrativo della Regione Siciliana. “Il piano – spiega Corrao – dovrebbe portare semplificazione, formazione del personale e riduzione del 20% dei tempi nella gestione dei fondi UE. Insomma, uno strumento fondamentale per non perdere soldi e spenderli bene. Per questo abbiamo chiesto alla Commissione Europea lo stato d’attuazione del Piano di rafforzamento, e la risposta è stata senza giri di parole: “Il tasso di realizzazione delle azioni in Sicilia – scrive la Commissaria Cretu – è pari al 57 % (rispetto alla media nazionale italiana del 75 %). Le principali criticità rilevate riguardano la razionalizzazione dei sistemi di controlli preventivi (ad esempio ad opera della Corte dei conti) come pure la semplificazione legislativa. Quanto all’obiettivo di riduzione della durata media di realizzazione degli interventi, l’attuale stato di attuazione del programma non consente ancora di procedere a una valutazione”.
“Per noi – sottolinea l’eurodeputato M5S – la capacità amministrativa è una priorità assoluta. La situazione è gravissima. Ogni giorno riceviamo il grido di imprenditori e cittadini stanchi di combattere per far valere i propri diritti. Imprenditori che rischiano di perdere fondi personali ed europei per colpa di bandi scritti male, con criteri di selezione assurdi, o modifiche incomprensibili all’ultimo secondo. Di casi ce ne sono tantissimi, come un bando del PSR che ha visto l’esclusione di 89 progetti dichiarati irricevibili, quasi la metà di quelli presentati. O ancora l’improvvisa modifica di un altro bando del PO.FESR che magicamente escludeva le start up spiazzando le imprese che lavorano da mesi e mesi, salvo poi correggere nuovamente il tiro. Così imprenditori e cittadini impazziscono. E i risultati, lo sviluppo, il cambiamento non arriveranno mai. Il bando è il simbolo di questo fallimento vergognoso della gestione Cuffaro/Lombardo/Crocetta. 3 generazioni disastrose che, o per mancanza di competenza o per maldestri tentativi di controllare il flusso di denaro, hanno architettato cavilli senza logica con il risultato di paralizzare la gestione dei fondi UE con migliaia di sacrosanti ricorsi al TAR. Deve finire la stagione del pressappochismo e dei furbi. Così come devono finire i tempi biblici per finanziare le imprese! Siamo la regione più lenta d’Europa nella stesura dei bandi e nei pagamenti, in alcuni casi sono passati addirittura 5 anni dalla pubblicazione del bando al finanziamento delle imprese! Come può sperare una Regione di creare lavoro e stare dietro alla spietata competizione globale con un sistema amministrativo che impiega 2000 giorni per finanziare un’impresa o addirittura 1.211 giorni (3 anni!) per approvare un unico progetto come è già successo! La lentezza ha provocato danni enormi, e anziché produrre ricchezza per i cittadini con i fondi UE ha prodotto ricchezza solo per alcuni. Adesso basta. Eravamo pronti per governare e avevamo proposto un programma preciso per la Sicilia, che puntava su bandi veloci, scritti bene, impeccabili e a prova di ricorsi. E poi ancora: tempi dimezzati di pubblicazione dei bandi, di selezione dei progetti e di pagamento, rispetto dei cronoprogrammi per garantire finalmente certezza e affidabilità agli imprenditori, vero motore della nostra isola. Avvisiamo Musumeci – conclude Ignazio Corrao – che il nostro controllo continuerà ad essere asfissiante. Non permetteremo più a nessuno di perdere tempo con i soldi dei siciliani. Non permetteremo più a nessuno di arricchirsi mentre la Sicilia va alla deriva”.
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