Definito da più critici un artista leggendario, Egon Schiele è stato uno dei pittori più rappresentativi del secolo scorso. I suoi corpi nudi, le sue donne, con tratti spigolosi e i loro colori chiari, in pose sempre naturali ma sensuali e provocatorie, hanno creato un bagaglio estetico e concettuale a cui nessun artista, da quel momento in poi, ha potuto più prescindere.
Trasgressivo, innovatore e bello. Morto giovane. Sembra la biografia di James Dean o di uno dei tanti “belli e dannati” degli anni ’60. Schiele nacque nel 1890, quando il concetto di “teddy boy” era ancora lontano, ma la sua breve vita e travagliata vita, l’ha fatto entrare, di diritto, nella leggenda.
Scopriremo anche un artista che, allo scoppio della prima guerra mondiale, capì che la sua libertà artistica e la sua possibilità di ricerca sarebbero state minacciate da quell’evento. Sceglierà allora di fare del dolore e del suo disagio esistenziale la cifra stilista che lo consacrerà tra i maggiori interpreti dell’Espressionismo. La vita di Schiele, muore a 28 anni, non viene interrotta da un incidente automobilistico o da un’overdose. Morirà a causa di una influenza spagnola. Strano destino per un “bello e dannato”.
Il film si propone come un lungo viaggio per raccontare i lati nascosti del pittore e incisore frenetico ed ossessionato dal corpo femminile, rappresentante dell’espressionismo viennese e della “Wiener Secession”.
In attesa di un distribuzione ufficiale, il film sarà proiettato in anteprima nelle sale cinematografiche nei giorni 27, 28 e 29 novembre.
Commenta per primo