Il Nuovo Teatro Montevergini riparte dalla memoria: Nino Gennaro, Salvo Licata, Michele Perriera e Franco Scaldati

Rubrica culturale di Roberto Greco

Si prospetta un futuro leggermente diverso da quello che, nel 2016, pensavano quel gruppo di cittadini, occupando il Nuovo teatro Montevergini. “Né pubblico, né privato. Comune.”, era lo slogan di quella non lontana stagione. Oggi il futuro del Montevergini è tracciato, con un profondo rispetto del passato storico e culturale, sia proprio, sia di questa città, che il teatro ha rappresentato. “Con questo progetto il Nuovo Montevergini rientra nel circuito culturale della città – dice il direttore del Teatro Biondo, Roberto Alajmo – Un obiettivo conseguito nel momento di massima espansione del teatro cittadino, per consentire a tutti gli operatori di guardare al futuro senza dimenticare le proprie radici culturali”. Dal lontano 1997, quando il comune appaltò i lavori di recupero dell’intero immobile che a causa di grandi stravolgimenti progettuali terminarono nel 2005, la storia del Nuovo Teatro Montevergini è stata travagliata. Un problema di karma, verrebbe spontaneo suggerire. Il Convento di Santa Maria delle Grazie di Montevergini, questo è il nome che accompagnò verso la fine quattrocento la sua costruzione, fu completamento distrutto e con esso l’interna chiesa che fu ricostruita, poco più in là, nel 1698. Nel tempo, l’interno della chiesa, che è quella che conosciamo ora, fu arredato con affreschi del Borremans e il campanile fu maiolicato. Nel 1866, a causa della soppressione di alcuni ordini religiosi, e tra questi le Clarisse, che lo reggevano in eredità dalla Badessa Luisa Settimo, che ne volle la costruzione, il complesso venne incamerato dalla Stato. La grande chiesa fu adibita a tribunale mentre gli altri spazi furono utilizzati come istituto scolastico. La ristrutturazione del Nuovo Teatro Montevergini, riconsegnò alla città un teatro, realizzato all’interno della chiesa, con 150 posti a sedere e un’acustica che lo rende ideale per i concerti acustici.
Il progetto che riguarda la riapertura al pubblico del Montevergini è già iniziato. È stato avviato, come inizio del nuovo corso, contraddistinto dall’hashtag #cittàlaboratorio, il progetto/laboratorio di teatro sensoriale “La poetica dello spazio, lo stupore, il rischio e la trasformazione”, condotto da Gabriel Hernàndez e Pacho Garcìa, membri fondatori del “Teatro de los Sentidos”, al quale hanno partecipano venti giovani performer, tutti under 35. L’inizio delle danze, se mi viene consentito, è previsto per il 14 dicembre. Il tema affrontato sarà “La poetica della città attraverso lo spazio teatrale”, con la messa in scena di “Ai quattro punti del mondo, muovono arcangeli il vento ed i colori” che resterà in scena fino al 16 dicembre. Si tratta di una drammaturgia in quattro quadri dedicata all’opera di Vincenzo Consolo. Un progetto teatrale di Alfio Scuderi che vede sul palcoscenico Filippo Luna, Stefania Blandeburgo, Gaia Insenga, Chiara Muscato e la danzatrice Giovanna Velardi. Lo spettacolo sarà accompagnato dalle musiche eseguite dal vivo da Gianni Gebbia e Dario Sulis, le scene e le installazioni video sono stae realizzate Enzo Venezia. Si tratta di un racconto duro, emotivo, che traccia la storia drammatica di una città lacerata dalla guerra di mafia, divisa dalle sue stesse contraddizioni, travolta dalla politica degli anni neri. Tuttavia le parole di Consolo, adattate nel percorso drammaturgico dal regista, ci guidano verso una fisiologica reazione, l’ideale catarsi di una città che si rialza e reagisce.

Nino Gennaro e Maria Di Carlo – courtesy of Maria Di Carlo
Altro importante appuntamento è previsto per il giorno 17 dicembre. L’inizio è previsto per le 18, quando la platea del Montevergini diventerà spazio di riflessione sul tema “I drammaturghi di Palermo, dalla memoria al futuro” curata da Guido Valdini, alla quale prenderanno parte Matteo Di Gesù, Roberto Giambrone, Salvatore Rizzo e Piero Violante.
Parleranno di quattro autori esemplari: Nino Gennaro, Salvo Licata, Michele Perriera e Franco Scaldati. In serata, alle 21.15, andrà in scena la performance “Palermo d’autori: Gennaro-Licata-Perriera-Scaldati”. Sul palco saliranno Serena Barone, Aurora Falcone, Costanza Licata, Salvo Piparo, Giuditta Perriera, Gianfranco Perriera e Massimo Verdastro e ricorderanno i quattro grandi autori palermitani. Il Montevergini viene così restituito alla città. Forse non tutti saranno soddisfatti delle scelte ma, per citare uno degli autori cui è dedicata la riapertura, Nino Gennaro, “O si è felici o si è complici”.

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