Lei è Susanna Ceccardi, la rampante e piacente sindaca leghista di Cascina (Pi). Lei, sicura e fiera del suo ruolo da prima cittadina leghista in una delle storiche enclavi rosse toscane, ha candidamente affermato e condiviso, tra lo sbigottimento generale del pubblico e dei conduttori della trasmissione Agorà su Rai 3, il fatto che un medico calabrese sia legittimamente e correttamente pagato molto meno di un suo collega emiliano. Fin qui potrebbe sembrare l’ennesima sparata spot leghista a cui oramai siamo quasi assuefatti.
Il punto vero del dibattito è che, numeri alla mano, questo dato è oggettivo ed inconfutabile.
Certo, il caro vita del nord, una penisola a due velocità e tanto altro ancora possono giustificare una forbice così ampia ma la domanda da porsi è più seria ed abbraccia trasversalmente tutte le professioni, non solo quelle d’intelletto: perché il professionista “A”, che vive a Cirò Marina ed effettua una prestazione X ad un paziente, deve farsi pagare quasi la metà del professionista “B” che effettua la medesima prestazione X a Faenza?! Non sarà che la Ceccardi, rincarando la dose ed affermando che al sud si dimenticano i bisturi nello stomaco, abbia in fondo in fondo ragione?!
Certo, decine di migliaia di professionisti medici, ingegneri, avvocati, notai, commercialisti, professori universitari e docenti calabresi che vivono e operano in Emilia Romagna si saranno trovati in leggera difficoltà. Tra loro i più confusi immagino siano i medici calabresi che vivono e lavorano in Emilia: “Oh my God! (loro l’inglese lo sanno…loro al sud hanno tempo per studiarlo..), se dimentico un bisturi nello stomaco qui in Emilia dove sono primario chirurgo in un ospedale dove faccio fatica a trovare, dai miei colleghi all’ultimo dei portantini, uno che abbia origini a Nord del Tevere, dite che daranno la colpa alla magnifica ed efficiente struttura sanitaria emiliana o a me che, essendo medico di serie B in quanto meridionale, sono legittimato a dimenticarmelo ?!
Nel frattempo, e lo dico anche sperando di rendere un servigio alla Ceccardi ed alle decine di migliaia di elettori leghisti e non che la pensano come lei, nel frattempo dicevo, un signore che si chiamava Ippocrate si starà rivoltando nella tomba pensando che la Scuola Medica Salernitana, la prima e più importante istituzione medica d’Europa nel Medioevo (XI secolo) ha introdotto per i medici il giuramento di Ippocrate.
Ecco cara Ceccardi, il giuramento di Ippocrate e non quello di Alberto da Giussano, ed a Salerno non a Giussano. In quella Salerno medievale dove già si conoscevano gli strumenti della medicina mentre nelle paludi lombarde si vivevano secoli bui e si conoscevano ben altri strumenti, non certo un bisturi…
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