Non si fermano con l’inverno i viaggi attraverso il Mediterraneo di chi fugge dall’inferno libico e non si ferma neanche SOS Mediterranee che continuerà la propria missione per il secondo inverno consecutivo. Nave Aquarius ha lasciato il porto di Catania e sta navigando oggi verso quel maledetto specchio d’acqua diviso in quadranti definiti SAR 1 e SAR 2. Sono le aree Search and Rescue rispettivamente ad ovest ed a est di Tripoli, in acque internazionali. Quelle stesse acque internazionali che fino a poco tempo fa erano di pretesa esclusiva operatività della Guardia Costiera libica, salvo poi arretrare fino alle acque territoriali. Ne avevano preteso in luglio il controllo ed il coordinamento nei soccorsi, fino a 70 miglia dalla costa del Paese che non ha neanche una vera Guardia Costiera e che aveva causato un notevole numero di incidenti invece di soccorsi.I volontari della ONG internazionale e del partner Medici Senza Frontiere che opera a bordo trascorreranno quindi il Natale al largo della Libia pronti ad intervenire in caso di necessità.
“Quando la Guardia costiera libica ci intercetta in mare e ci riporta a terra, ci viene detto che saremo rimpatriati nel nostro Paese. Quello che fanno invece è venderci a qualcun altro”. È la testimonianza raccolta a bordo dell’Aquarius nel febbraio del 2017 da un ragazzo nigeriano di venti anni. Adesso la Guardia Costiera libica si è ritirata e le aree Search and Rescue in questione tornano sotto la responsabilità dell’Italia anche la dove la competenza SAR dovrebbe invece essere di Malta. Tutto ritorna esattamente come è sempre stato, e le navi delle ONG tornano adesso preziose per i soccorsi in mare. Anche la tedesca Sea Watch e la catalana Proactiva Open Arms continuano la loro missione restando operative e pronte a tornare a sud, partendo dal porto di La Valletta dove attualmente si trovano ormeggiate. I trafficanti non si sono fermati neanche in pieno inverno mettendo in mare gommoni carichi di persone dopo la il clan Dabbashi è stato sconfitto a Sabratha e il contenimento delle partenze è stato interrotto. Questo periodo dell’anno è estremamente insidioso per la mutevolezza meteorologica ed il conseguente rischio che una burrasca possa travolgere una imbarcazione dopo poche ore di navigazione.
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