Un altro Comune italiano riconosciuto sotto il controllo della mafia. In questo caso si tratta nello specifico di infiltrazione della ‘ndrangheta nella vita amministrativa e politica del Comune di Cirò Marina. Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’interno Marco Minniti, ha deliberato lo scioglimento, a norma dell’articolo 143 del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, e l’affidamento a una Commissione straordinaria, del Consiglio comunale di Cirò Marina (Crotone), nel quali sono stati accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata, che compromettono la libera determinazione e l’imparzialità dell’amministrazione. La cittadina calabrese di 15mila abitanti è al centro di una lunga e complessa indagine che ha prodotto l’evidenza del condizionamento mafioso in Consiglio comunale. Secondo il Gip è coinvolto in prima persona anche il presidente di Provincia di Crotone che sarebbe “uno dei rappresentanti della cosca nell’amministrazione comunale di Cirò Marina” e “godendo del proselitismo ‘ndranghetistico della cosca era divenuto sindaco di Cirò Marina in esito alle elezioni del 2006 e del 2016”. A Cirò Marina erano scattate le manette anche per il vicesindaco Giuseppe Berardi, il presidente del consiglio comunale Giancarlo Fuscaldo e l’ex sindaco Roberto Siciliani con il già assessore fratello Nevio Siciliani. Nell’ambito della stessa maxi operazione, denominata “Stige”, che aveva portato all’arresto di 170 persone in una mega operazione diretta dalla Dda di Catanzaro, erano emerse infiltrazioni analoghe nel Comune di Strongoli. Il sindaco della cittadina, Michele Laurenzano, arrestato dai carabinieri con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito della stessa operazione, si era dimesso dopo l’interrogatorio di garanzia.
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