La decadenza politica in Italia, come per molti altri storici casi, è avanguardia. L’Italia è stata patria di molte invenzioni che hanno caratterizzato la società mondiale cambiandone le sorti. Dalle radiocomunicazioni al fascismo. Oggi rischia di essere la nazione pilota di un impoverimento culturale-politico che si riteneva primato degli Stati Uniti. Mancano 36 giorni al voto e il Paese è in pieno fermento. I social sono intasati ed invasati. Pochi i temi, tra i quali ovviamente i flussi migratori, e molta l’invettiva di chi difende un Salvini o un Grasso come uniche ancore di salvezza. Uno scenario surreale in cui gli italiani difendono i loro carnefici come se adesso, alla vigilia delle nuove elezioni, si fossero tutti ravveduti e trasformati in uomini dagli alti valori umani e capaci di impegnarsi per il mantenimento delle promesse elettorali. Mille euro al mese di pensione! La ripresa economica è merito mio e dei miei bonus! Via i clandestini a calci in culo! Accogliamo chi ha bisogno! Abbassiamo le tasse! Su quest’ultimo punto pare siano un po’ tutti d’accordo. Almeno sembrano esserlo quelli che le hanno alzate prima dello scioglimento delle Camere. Tasse indirette, ma sempre a discapito delle famiglie. La sanità pubblica che costringe sempre più gli italiani a mettere mano al portafogli per assistenza sanitaria privata o erogata da privati al costo di esorbitanti compensi di prestazione pagati comunque dagli italiani per merito di convenzioni con la “sanità pubblica”. I Comuni compensano il patto di stabilità ed i tagli con autovelox che spremono i cittadini spesso in modo non del tutto corretto, con riduzioni di velocità improvvisi ed a breve distanza dell’unico motivo per le riduzioni stesse: gli autovelox. Poi luce, gas, e accise qua e là.
Il popolo ha il potere di cambiare tutto, ma non lo sa o non gli interessa. Ecco quindi che ritorna il tormentone del “non voto perché non c’è nessuno che mi ispira fiducia”, oppure “non voto per protesta”. Se si chiede però cosa è cambiato con le ultime “proteste”, diciamo degli ultimi venti anni, le risposte si fanno disarmanti. Risposte che sono davvero in grado di far perdere fiducia nel popolo italiano, se non addirittura nel genere umano. Potere al Popolo! Quale popolo? L’ultimo tentativo era stato quello del Movimento Cinque Stelle. Tutto il popolo italiano avrebbe potuto iscriversi e partecipare, votare, proporre leggi o dare le proprie indicazioni su leggi al voto parlamentare. Ma gli iscritti pare non abbiano mai raggiunto quota centocinquantamila e i votanti si attestano solitamente tra i trentamila ed i trentacinquemila. Era un esperimento di democrazia partecipata. Gli italiani hanno risposto, tacitamente, che non vogliono partecipare ma solo delegare chi sia abbastanza capace da farsi eleggere e poi onesto fino a fare esclusivamente gli interessi di chi non si degna neanche di occuparsi dei propri interessi. Sull’onestà però non sono particolarmente rigidi e scrupolosi. Provate ad immaginare un individuo che raggiunge una apicale posizione e con il potere acquisito mediante gli ignoranti che glielo hanno conferito si occupa poi solo ed altruisticamente del bene comune. Quelli che ci si permette di definire “ignoranti” – perché non sono in grado, culturalmente, di comprendere le iniziative politiche o perché non se ne occupano e quindi preferiscono ignorare – dovrebbero essere i beneficiari della condotta politica di chi dopo essere stato eletto, se non già in originaria malafede, si rende conto che qualunque cosa faccia nei palazzi del potere il popolo poi si accolla. Quindi nessun motivo per faticare e fare sacrifici, tanto…
In questo contesto, con un simile elettorato, arriva l’ultima frontiera della politica nostrana: ognuno si fa il suo partito. Che di questo passo un giorno ci ritroveremo 945 parlamentari che rappresentano 945 partiti e neanche un elettore rappresentato in Parlamento. Tra le neonate formazioni politiche ci sono “Liberi e Uguali”, la “Lista del popolo” ed il “Potere al popolo!”. Tutti e tre, in un modo o nell’altro, si dichiarano difensori della Costituzione. In un certo senso, si potrebbe dire che sono tre movimenti politici conservatori. “Liberi e Uguali” con Pietro Grasso appare la componente di centrosinistra del PD che intende raccogliere quei voti persi per strada dal partito di provenienza per avere poi voce in capitolo in Parlamento. Voce in capitolo che gli esuli non avevano quando rappresentavano solo una corrente interna al Partito Democratico di Matteo Renzi. La “Lista del popolo”, di Giulietto Chiesa e Antonio Ingroia, pare un inedito trasversale e conservatore movimento politico che non beneficia però dei favori dei media e che parrebbe destinato a restare fuori dal Parlamento e da tutti i giochi. Sarebbe così la seconda volta per Ingroia. “Potere al popolo!” invece è un movimento popolare, con le idee molto chiare su ciò che vuole ma pare molto meno su come raggiungere gli obiettivi. Ancora meno chiare sono le idee di chi, leggendo il loro programma elettorale, scopre che intendono lottare per “l’abolizione del 41 bis, riconosciuto quale forma di tortura dall’ONU e da altre istituzioni internazionali, adottando al suo posto misure di controllo, per i reati di stampo mafioso, allo stesso tempo efficaci ed umane, che non permettano la continuità di rapporto con l’esterno”. Ottimo proposito umanitario, ma con quale misura alternativa non è dato apprenderlo dal programma. Un funzionario dei servizi sociali che segue Leoluca Bagarella anche quando va in bagno mi sembra poco rassicurante, per noi come per il funzionario. Forse i giovani prorompenti di “Potere al popolo!” dimenticano che proprio l’uomo che è citato in esempio, Leoluca Bagarella, autore dei più feroci delitti tra cui quello di Mario Francese del quale ricorreva ieri l’anniversario, era già in cella in regime carcerario duro ed è fuggito – dandosi nuovamente alla latitanza ed ai più efferati crimini – quando gli è stato concesso un permesso straordinario per potersi sposare. Strane idee a parte, buona parte del programma dei “comunisti d’altri tempi” uniti sotto il nome di “Potere al popolo!” rispecchia quello del Movimento Cinque Stelle come gli è molto somigliante quello proposto dalla “Lista civica – La mossa del cavallo” in premessa all’atto di presentazione alla stampa del movimento.
Nessuno quindi è ormai più intenzionato a trovare accordi e mediazione politica e nessuno intende riportare la politica nei circoli locali in cui si discuteva e si indirizzavano i partiti. Un pelo, o una virgola, del programma di un movimento politico non piace – magari non piace per opportunismo – e, invece di dare voce al popolo, partecipare, correggere quella virgola, si crea un nuovo movimento politico, poi un altro, poi un altro ancora. Evvai! Potere al popolo! Quale popolo? Quello dei cosiddetti centri sociali che intendono depenalizzare l’occupazione abusiva degli immobili e consentire loro di allacciarsi a reti idriche ed energia elettrica, abolire il 41bis e l’ergastolo, il ritorno al trattamento pensionistico proporzionato all’ultimo salario percepito. Non si offendano, ma l’Italia ha bisogno di ben altro. Ha bisogno di stracciare le leggi indegne approvate dalle ultime legislature e riavvolgere il nastro fino al ripristino della condizione originale in cui si aderiva molto più di adesso ai dettami della Costituzione, ma soprattutto di dare informazioni al popolo invece che “potere”. Perché il popolo non partecipa, e non sarà certo rimettendo in piedi qualcosa che vorrebbe ispirarsi al marxismo per ideologia ed al vecchio Partico Comunista per politica attiva che si coinvolge il popolo. Se non sei convinto comunista è improbabile che fai parte del “Potere al popolo!”. Ottimo inizio, complimenti! In questo momento storico la politica italiana ha le idee più confuse che mai.
Anche gli stessi partiti hanno le idee confuse, al loro interno. Forza Italia vuol vincere e per questo vuole l’alleanza con la Lega, che vuol vincere anch’essa e per questo farebbe di tutto. Ma i due partiti hanno un solo piccolo punto divergente, piccolo piccolo: uno si dichiara europeista e l’altro anti-europeista. Quisquiglie! Il Partito Democratico si dichiara movimento politico di centrosinistra, ma procede con politiche di destra e sull’immigrazione tiene la politica Minniti e taglia fuori Nicolini dalla lista dei candidati. Liberi e Uguali con Pietro Grasso – e Laura Boldrini – punta sull’altro lampedusano dell’accoglienza, Pietro Bartolo, ma solo come testimonial momentaneo e non gli offre garanzie; tanto che il dottore sbarca a Lampedusa come i migranti e lascia la candidatura in Liberi e Uguali. Il Movimento Cinque Stelle ha avuto un albero di Natale spelacchiato a Roma e quindi è impreparato e non può governare, figuriamoci poi se cambia blog ed idee sull’euro: apriti cielo! Potere al popolo! Ma il popolo non lo vuole, rassegnatevi. Il popolo italiano preferisce accollarsi la crisi, il “Job Act”, la “Buona Scuola”, il salvataggio delle banche senza garanzie in caso di recidiva, gli aumenti di tutto e le privatizzazioni, anche dell’acqua che era stata negata dal referendum, l’obbligo vaccinale senza somministrazioni monovalenti, le tangenti e gli appalti pubblici truccati, i treni che deragliano e i viadotti che crollano. Preferisce tutto questo piuttosto che partecipare alla vita politica. Preferisce subire piuttosto andare a votare dopo aver fatto i conti a casa ed essersi chiesto cosa ha guadagnato e cosa ha perso con gli ultimi partiti che ha votato. Preferisce le umiliazioni ma continua a dire che si astiene come segno di protesta. Il popolo italiano non vuole il ritorno dei comunisti o i movimenti che hanno superato queste ideologie dii destre e sinistre – come il M5S e la Mossa del cavallo – ma la più rassicurante continuità con quei partiti che lo sodomizzano da un quarto di secolo con gli stessi nomi di amanti focosi: Berlusconi, D’Alema, Cicchitto, La Russa, Maroni e i loro seguiti Berlusconi, D’Alema, Meloni, Salvini…
L’importante è che gli aderenti a LeU si chiamano “compagni” tra loro, che il “Potere al popolo!” è l’unico a poter usare questa definizione, che “La mossa del cavallo” – al cui interno ci stanno comunque persone più serie e qualificate – resterà sulla scacchiera e come loro anche gli altri due che non si muoveranno da micropercentuali di voto. Degli zerovirgola da sommare al quasi 50% di astensione con cui vinceranno comunque i soliti mostri sacri delle sante alleanze. Evviva il patto del Nazareno! Evviva il popolo italiano!