Lo scandalo che ha travolto Oxfam rischia di diventare epocale e danneggiare tutte le Organizzazioni Non Governative indistintamente. Il nocciolo non sono i finanziamenti dei vari governi, come quelli inglesi a rischio per Oxfam, ma le piccole donazioni private che rappresentano la parte più sostanziale per la maggior parte delle Ong. I fatti incriminati, emersi grazie ad una testata giornalistica e che altrimenti non sarebbero mai stati resi pubblici, riguardano gli interventi umanitari ad Haiti dopo il terremoto del 2010. In quella circostanza, funzionari della Ong avevano partecipato a festini sessuali in cui pare possano essere state presenti anche giovani minorenni haitiane. Aiuti umanitari di cui vergognarsi finché la “prestigiosa” Ong avrà vita. Esistenza che potrebbe anche essere stata pregiudicata dagli stessi funzionari dell’Organizzazione.
L’idea che a spese delle donazioni dei privati cittadini i signori andavano ad organizzare ignobili sex party, magari anche con ragazzine, sarà una immagine difficile da lavare. Prova a correre ai ripari Save the Children, coinvolta nello stesso scandalo di Oxfam ad Haiti nel 2010: “In relazione a quanto pubblicato da alcuni media e riguardante presunte molestie sessuali che avrebbero coinvolto membri dello staff di Save the Children, l’Organizzazione precisa di aver essa stessa segnalato ai media, e con precisione all’agenzia di stampa Reuters lo scorso novembre, le 31 accuse di molestie sessuali che alcuni membri dello staff avevano mosso nei confronti di altri membri, e sulle quali erano state svolte accurate indagini nel 2016 e 2017.” Ancora più grave, per chi professa il dovere di salvare in particolar modo i bambini, l’accusa di minori pagati e sfruttati sessualmente. Nella stessa nota stampa diffusa già domenica, Save the Children fa su questo aspetto una precisazione ulteriore: “Tali indagini avevano portato a 16 licenziamenti e 10 rinvii alle autorità di polizia e civili. Save the Children precisa inoltre che nessuna delle accuse riguardava i bambini.”
Oxfam e Save the Children hanno quindi fatto sapere di aver licenziato un totale di 38 impiegati per molestie sessuali lo scorso anno al termine di indagini interne. Varie agenzie delle Nazioni Unite hanno intanto assicurato l’incrementazione degli sforzi per la prevenzione delle molestie e la protezione delle vittime. Nel frattempo, lunedì il numero due di Oxfam ha rassegnato le dimissioni ammettendo l’incapacità dell’associazione di rispondere adeguatamente alle accuse di comportamento scorretto da parte del personale di Haiti e Ciad. Il direttore di Oxfam Haiti in precedenza aveva ricoperto lo stesso ruolo in Ciad, dove pare si fossero verificate le stesse attività sessuali con giovani donne del luogo.