Un gruppo di scienziati statunitensi ha trovato una particella “molto insolita” arricchita con uranio nei cieli sopra le isole Aleutine dell’Alaska. La fonte della sostanza, che è tipicamente usata nel combustibile nucleare e nelle bombe, non è ancora chiara. La misteriosa sostanza “contenente una quantità molto piccola di uranio arricchito” è stata trovata ad un’altitudine di 7 km (4,3 miglia) sopra le isole Aleutine dell’Alaska, secondo un rapporto pubblicato dal Journal of Environmental Radioivity.
È la prima volta che il gruppo di scienziati statunitensi ha rilevato uranio-235 arricchito nei loro ventennale studio. Non stavano facendo alcun tentativo speciale di campionare materiale radioattivo quando, nell’agosto del 2016, l’hanno trovato durante un volo di routine per verificare le condizioni atmosferiche. “Durante 20 anni di campionamento aeronautico di milioni di particelle nell’atmosfera globale, raramente abbiamo incontrato una particella con un contenuto altrettanto elevato di 238U (Uranio-238) e mai una particella con 235U arricchito (Uranio-235)”, si legge nell’articolo pubblicato ad aprile dello scorso anno insieme allo studio completo.
Tuttavia, secondo l’articolo pubblicato su Live Science, non si ritiene che l’elemento radioattivo abbia un impatto significativo sull’atmosfera, soprattutto dato che era da solo e ha una dimensione minuscola – 580 nanometri (circa la metà delle dimensioni di un globulo rosso). Gli scienziati stanno ora studiano per comprendere l’origine della particella. Lo studio suggerisce solo vagamente che “la particella potrebbe provenire da varie ipotetiche aree dell’Asia”, senza però precisare nel dettaglio quali aree e da quale origine. Tuttavia secondo Dan Murphy, uno degli autori dello studio, è chiaro che la particella “non proviene da una fonte naturale”. I ricercatori sperano che il documento faciliterà il loro lavoro grazie alla collaborazione di loro colleghi che potrebbero fornire un aiuto o informazioni utili a comprendere l’origine della insolita particella.
Da RT del 16 febbraio 2018