I militari del Gruppo della Guardia di Finanza della Spezia, a seguito di un’articolata attività investigativa, tesa al contrasto della vendita illegale di merci contraffatte, hanno individuato un gruppo criminale radicato nel comune di Arzano, che tramite Facebook proponeva in vendita imitazioni di articoli di abbigliamento ed accessori riconducibili a note griffe sportive o dell’alta moda, quali Nike, Adidas, Colmar, Armani, Louis Vuitton.
L’attività ha avuto inizio attraverso il monitoraggio di alcuni profili Facebook e varie community sullo stesso social (come “vendo e regalo La Spezia e Provincia”). Attraverso questi canali alcuni soggetti pubblicizzavano e commercializzavano articoli – apparentemente di marca – a prezzi inverosimilmente irrisori: ad es. tute ginniche o scarpe con marchio Nike venivano offerte a 25 euro. Nel solo periodo a ridosso del Natale sono stati intercettati e sottoposti a sequestro 23 pacchi spediti dai soggetti napoletani ad altrettanti destinatari, prevalentemente nello spezzino, contenenti borse, occhiali, giacche, tute ginniche, scarpe ecc. Il mancato arrivo delle regalie natalizie ha scatenato l’ira dei clienti che, convinti di essere stati truffati, si sono scambiati, sugli stessi social, informazioni utili, postando i numeri delle carte PostePay ed i nomi dei fornitori, consentendo in tal modo agli investigatori di ricevere conferme del quadro indiziario.
Una volta informata la Procura della Repubblica di La Spezia, l’Autorità Giudiziaria ha disposto molteplici attività di perquisizione, inizialmente concentrate nel territorio della provincia della Spezia e successivamente estesi alle regioni dell’Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto. A Bovolone, in provincia di Verona, veniva scoperto un punto vendita molto frequentato, totalmente sconosciuto al fisco, che era un vero e proprio emporio del falso. Il prosieguo delle indagini consentiva di risalire all’origine della merce ed individuare i fornitori nella provincia di Napoli, precisamente ad Arzano, presso le cui abitazioni venivano eseguite ulteriori perquisizioni. Presso i domicili sono stati rinvenuti e sequestrati numerosi capi di abbigliamento ed accessori contraffatti, etichette relative a marchi noti non ancora applicate ai capi anonimi, vernici serigrafiche con relative stampanti, macchine da cucire ed altri attrezzi utilizzati dalla famiglia campana per il confezionamento dei prodotti alterati.
Terminate le operazioni “sul campo”, i finanzieri sono passati all’analisi delle operazioni bancarie e postali correlate alle migliaia di spedizioni di merce, eseguite tramite i vari corrieri espressi, in particolar modo concentrandosi sui versamenti di denaro effettuati su 20 carte PostePay utilizzate dai sodali. Su queste carte, i clienti finali hanno effettuato ricariche nel triennio per un importo superiore a 1 milione di euro, quale prezzo della vendita dei prodotti contraffatti. L’operazione – denominata “Low Cost” – si è conclusa con la denuncia di 42 persone, fra i quali 7 componenti di un’unica famiglia che si occupava della produzione e commercio degli articoli contraffatti e 5 soggetti prestanome, intestatari delle carte PostePay utilizzate per l’illecita attività. Nel complesso sono stati sequestrati circa 2.000 articoli contraffatti (prevalentemente scarpe, tute, felpe, borse, occhiali), bloccate 20 carte PostePay ed oscurati 5 profili Facebook.
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