L’ultima scossa di terremoto è stata registrata alle 11:45, le 03:45 di questa notte in Italia, ed ha avuto una magnitudo di 6.2 gradi sulla scala Richter. L’epicentro è sempre lo stesso e la profondità è stata calcolata a dieci chilometri. Il forte terremoto è stato preceduto dalla scossa di 6.3 gradi di lunedì. Anche in questo caso l’epicentro è lo stesso e coincide con quello del super terremoto di 7.6 gradi che ha scatenato il panico il giorno precedente, il 25 febbraio, ed ucciso circa venti persone. La sequenza sismica, spaventosa, si sta manifestando in tutta la sua forza con intensità e durata. Il primo devastante terremoto è durato quattro minuti, mentre i successivi si sono “limitate” ai tre minuti. Le vittime pare siano una trentina, contando quelle del primo sisma di 7.6 gradi. Le cause dei decessi sono imputabili in massima parte alle frane di colline che hanno travolto case e persone.
La Papua Nuova Guinea è un’isola che convive con la faglia che la attraversa ed i conseguenti terremoti di forte magnitudo. L’edilizia locale è quella dei piccoli villaggi, con case basse e materiali naturali come il legno. Questa forma di adattamento, anche in campo edile, permette alla popolazione di convivere con i ricorrenti fenomeni tellurici senza dover subire gravi danni infrastrutturali e vittime. Anche la densità di popolazione, pari a circa 15 abitanti per chilometro quadrato, è quella di un territorio in cui comanda la natura e non l’uomo. La Papua Nuova Guinea ha una superficie di 462.840 chilometri quadrati ed una popolazione di soli otto milioni di abitanti.
Lunedì, precedendo di circa due ore il terremoto in Papua Nuova Guinea, un sisma di 6.1 gradi si è manifestato nel mare dell’Indonesia. L’epicentro è stato rilevato sulla stessa linea di fuoco della faglia da cui ha origine la sequenza sismica della Papua Nuova Guinea. L’ipocentro, in questo caso, è stato calcolato a venti chilometri di profondità.