Secondo quanto rilevato dall’Istat, il dato sulla disoccupazione di gennaio ha visto un aumento su dicembre dello 0,2%. L’Istituto afferma che il dato percentuale non rilevava aumenti da luglio del 2017. La stima delle persone in cerca di occupazione torna a crescere con un + 2,3% dopo che per cinque mesi consecutivi la probabile rassegnazione alla condizione generale da parte dei disoccupati italiani ha registrato dati in continuo calo. Mentre cala il tasso generale degli occupati, aumenta quello dei giovani tra i 15 e i 24 anni.
Il dato in aumento viene calcolato dall’Istat sulla quota di giovani disoccupati in rapporto al totale dei giovani “attivi”, cioè che lavorano o che cercano lavoro. In questo caso, con questo rapporto parametrico, il dato dei giovani disoccupati è pari al 31,5%, con un lieve calo di 1,2 punti percentuali. Il tasso di disoccupazione giovanile resta quindi altissimo e quello generale è ancor più scoraggiante con il ritorno alla flessione negativa. Nel calcolo degli occupati, inoltre, vengono calcolati anche i temporanei e i prestatori di lavoro a chiamata. Sconfortante rimane pertanto il dato sui contratti di lavoro a tempo indeterminato che continua a scendere.
Negativo anche il dato rilevato dall’Istat sull’inflazione che frena a +0,6%. Secondo la prima stima l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività – al lordo dei tabacchi – sale dello 0,1% su base mensile e dello 0,6% su base annua. A gennaio l’indice su base annua era dello 0,9%. L’Istat precisa che la frenata è dovuta quasi esclusivamente al calo dei prezzi degli alimentari non lavorati con un -3,2% che inverte bruscamente il +0,4% di gennaio. A questo abbassamento dei prezzi si aggiunge il “rallentamento” della crescita per i prezzi dei beni energetici.