Le nuvole minacciose all’orizzonte hanno partorito un grande temporale. L’acqua piovana rinvigorisce sempre le piante donandogli quella vitalità che solo la natura sa ristabilire.
Il grande e salutare temporale di ieri ha investito l’Italia con il suo epicentro al meridione.
Il terreno era secco, brullo ma l’acqua invocata a gran voce dal popolo ha inondato di vita ogni cosa e adesso, come tutti i violenti temporali che si rispettino, iniziamo a fare la conta dei danni collaterali aspettando di vederne i benefici frutti. Confesso che la giornata di ieri l’ho vissuta con grande commozione e partecipazione. In prima linea, con l’emozione del ventenne, sul campo brullo respirando e percependo l’emozione tipica di quelle date che ti resteranno impresse per tutta la vita. Ogni scheda spogliata una goccia enorme di quel temporale tanto atteso… Sono stato ore sotto la pioggia incessante. Ogni goccia un grido di dolore misto ad orgoglio e piacere! Ogni sacrosanta, benedettissima goccia dritta in faccia a rinvigorirmi. Ho chiuso gli occhi e sono tornato ai miei ricordi di carusiddu a Portu Vecchiu a Lampedusa quando il compianto Zu Cicculicchia, esperto di mare e di vita, ci raccontava romanzando sotto un sole cocente le sue avventure con i motopescherecci in mezzo al Mediterraneo in tempesta.
Lo spoglio continuava, le gocce cadevano regolari, rabbiose, incazzate ed io vedevo la sua faccia rugosa davanti ai miei occhi: “Massimi’ – mi diceva – l’acqua si livò di sutta lu mari e ni cadiva sempri ‘ncapu… a varca però nun ni lanzò ‘nfunnu o mari e ora semu ccà!!” (Massimino il temporale era talmente forte e copioso che sembrava prendesse anche l’acqua dal mare per ributtarcela addosso…la barca però non ci ha buttati in fondo al mare… e adesso siamo qui!).
È bello ricordare il volto di quell’uomo di mare oggi. Una vita di sacrifici e di lotte impari con i suoi pescherecci in mezzo al mare. Cosi immagino la barca dei miei compagni di viaggio che sta per affrontare la tempesta. Nessun capitano a bordo perché qui davvero uno vale uno ed i marinai ce la mettono tutta per non tradire quel mare di gocce che ci sono piovute addosso. Sono certo che quelle gocce di tempesta saranno per noi gocce di memoria. Ogni goccia con il proprio dolore, con i propri drammi, con la propria rabbia.
Dobbiamo dimostrare di saper tenere il mare e le burrasche!
Dobbiamo portare con noi la rabbia dei morti di cancro nella terra dei fuochi, le 12 ore che occorrono per tagliare la Sicilia nei suoi 300 km scarsi, quel 70% di famiglie senza acqua per oltre 200 giorni l’anno nella nostra bellissima terra, i 35 mila laureati che ogni anno abbandonano la barca per la dignità di un lavoro all’estero, i sacrifici dei pensionati e delle famiglie che lottano per un futuro radioso sgombro da nuvole e acquazzoni.
Portiamoci dietro l’orgoglio di chi sta davvero cambiando la storia di questo glorioso Paese, l’enorme carico di responsabilità che le milioni di gocce incazzate c’hanno buttato in faccia ma affrontiamo tutto questo sapendo per esempio che a Nardò uno come Massimo D’Alema è stato annullato dalla Lezzi cosi come a Palermo uno come Grasso non è andato oltre il 6%. Del Pd dobbiamo invece dimenticare tutto, consapevoli che un uomo come Renzi e la sua congrega andranno ben presto a rovinare il loro vero partito di centro destra.
Matteo ci dice che dobbiamo dimostrare di saper fare. Io rispondo al suo appello ed alla memoria dello Zu Ciculicchia con un altro grandioso proverbio siciliano:
“Cu pecura si fa u lupu sa mancia”, (Chi si fa pecora il lupo se la mangia)
Avanti a testa alta amici che qui le pecore se le sono già magnate tutte. Una terza repubblica da rifondare ci attende. Buon lavoro memori di tutte quelle gocce che vi sono piovute addosso.
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