Mentre alla Camera dei deputati risuonavano gli applausi per il neopresidente Roberto Fico, nell’aula del Senato il presidente emerito Giorgio Napolitano proclamava eletta Maria Stella Alberti Casellati presidente del Senato della Repubblica per la XVIII legislatura. Giurista, storicamente berlusconiana, Maria Stella Alberti Casellati è il nome che ha permesso l’accordo nel braccio di ferro interno al centrodestra per concludere la ripartizione delle presidenze delle Camere con il Movimento Cinque Stelle. Alberti Casellati è un colonnello di Forza Italia, già membro del Consiglio di presidenza del Senato della Repubblica, con il ruolo di segretario d’aula, e capogruppo di Forza Italia nella Giunta delle elezioni e del regolamento nonché della I Commissione Affari Costituzionali. Questi gli incarichi ricoperti nella XVII legislatura
Maria Stella Alberti Casellati, conosciuta dal grande pubblico per comparsate televisive in difesa di Silvio Berlusconi in un momento delicato per il leader di Forza Italia, ha sempre ricoperta ruoli chiave e delicati per il suo partito. Adesso, è la presidente del Senato della Repubblica che ha trovato il consenso della intera coalizione di centrodestra, a guida ancora evidentemente tutta berlusconiana, e del Movimento Cinque Stelle che ha ottenuto la presidenza della Camera senza dover scendere a compromessi inaccettabili con i propri principi come la votazione di Paolo Romani. La presidente del Senato sarà la prima donna a ricoprire questo ruolo che, ricordiamo, ha anche l’onere di essere il presidente della Repubblica vicario in caso di impedimento del presidente in carica. La fedelissima di Silvio Berlusconi è stata eletta con 240 voti. Anche in questo caso, come per la Camera dei Deputati, una maggioranza netta che sottolinea la tenuta degli accordi tra i partiti. Altre preferenze sono state espresse in favore di Valeria Fedeli (PD), 54 voti ed un voto per Paolo Romani. Pronunciati durante lo scrutinio dal presidente Napolitano anche i nomi di Calderoli, Zanda, Segre, Gasparri e Pinotti per – rispettivamente – tre, uno, due, uno e due voti.