di Roberto Greco
Era nato a Milano il 3 giugno 1935. A dispetto della sua immagine pubblica stravagante e bizzosa, Enzo Jannacci è stato un uomo di grande rigore e sensibilità umana. Si laurea in medicina all’Università degli studi di Milano, specializzandosi in chirurgia generale e continua, nonostante il suo successo artistico, a esercitare la professione di medico chirurgo. Parallelamente alla maturità scientifica e agli studi universitari, inizia il suo percorso musicale. S’iscrive al conservatorio, e si diploma in pianoforte, armonia, composizione e direzione d’orchestra. Il suo primo palcoscenico è stato quello del Santa Tecla, il tempio del rock’n’roll milanese dove suona insieme a Tony Dallara, Adriano Celentano e il suo amico di sempre Giorgio Gaber. Ma la sua natura artistica lo porta a esplorare un mondo che solo lui è riuscito a tratteggiare con vena poetica e ironia ineguagliate: quello dei diseredati della vecchia Milano, il mondo dello spirito di solidarietà tipico del Nord e delle vecchie osterie che puzzano di vino, abitate da personaggi sanguigni e veraci. È sul celeberrimo palcoscenico Derby di Milano, un locale in cui si faceva più cabaret che musica, che per la prima volta Enzo mette in evidenza le sue doti di intrattenitore. Se ne accorge anche Dario Fo, che porta il giovane Jannacci in teatro. A questo periodo si deve la caratterizzazione teatrale di molte delle sue canzoni.
Il suo primo 45 giri si intitola L’ombrello di suo fratello ed esce nel 1959. È la prima uscita discografica di un prolifico artista che ci lascia oltre venti album oltre a innumerevoli 45 giri. Il passo successivo fu il recital 22 canzoni che, a partire dai suoi grandi successi discografici, quali Vengo anch’io, no tu no e Giovanni telegrafista, presenta brani destinati a modificare la cultura canzonettistica italiana. Si tratta di L’Armando e di Veronica. Scrive colonne sonore per i film di Monicelli, Pozzetto, Tognazzi e, nel 1987, la musica scritta per Pasqualino Settebellezze, per la regia di Lina Wertmüller, gli vale la nomination all’Oscar come miglior colonna sonora. Autore arrangiatore per sé e per altri, cura Milva la rossa, una raccolta dell’indimenticabile interprete. Si presenta al festival di Sanremo nel 1989 con Se me lo dicevi prima, poi nel 1991 in coppia con Ute Lemper presentando La fotografia e ancora nel 1994 quando, in compagnia di Paolo Rossi, presenta la sua I soliti accordi. Nel 1996 fa coppia in tv con Piero Chiambretti nella nuova edizione de Il Laureato, il programma condotto da Chiambretti. Dopo questa esperienza, Jannacci continua a lavorare nei maggiori teatri italiani con il suo enorme repertorio e insieme al figlio Paolo realizza, nel 1998, la raccolta Quando un musicista ride, edita da Sony Music Italia. L’imponente lavoro comprende, oltre a tre brani inediti – tra questi Già la luna è in mezzo al mare, realizzato insieme a Dario Fo, vecchio amico e ormai Nobel per la Letteratura – traccia un percorso temporale che ben mette in evidenza lo spessore della carriera quarantennale di questo geniaccio con la faccia buffa e gli occhiali.
Desolato – Enzo Jannacci, J-Ax, Paolo Jannacci – Official video
Nel 2001, dopo circa tre anni di lavoro e sette anni di assenza, Jannacci propone al grande pubblico il suo ultimo lavoro in studio. Si tratta di Come gli aeroplani, un album che contiene diciassette brani, per lo più inediti, di enorme impatto emotivo e sociale. Dedicato a suo padre, l’album è destinato a diventare una pietra miliare della discografia italiana insieme a Vengo anch’io, no tu no, Quelli che… e Ci vuole orecchio. Ennesima dimostrazione della sua ecletticità musicale, nel 2013, firmato da Enzo Jannacci, J-Ax e Paolo Jannacci, esce Desolato, al cui video clip hanno partecipato Ale e Franz, Caparezza, Claudio Bisio, Dargen, Don Joe, Emis Killa, Fabri Fibra, Fedez, Franco Godi, Grido, Gué Pequeno, Jake la Furia, Jovanotti, Ligabue, Max Pezzali, Marracash, Raptuz, THG e DJ Zak. Da tempo malato di cancro, Enzo Jannacci muore a Milano il 29 marzo 2013. Aveva 77 anni.