L’antefatto:
È salito a sedici il bilancio dei manifestanti palestinesi uccisi dai militari dell’esercito israeliano, in disordini scoppiati durante la “marcia del ritorno”, una manifestazione di protesta partita stamani per ricordare i tanti palestinesi esuli all’estero dal 1948, quando fu costituito lo Stato d’Israele. I feriti sarebbero quasi un migliaio. Le autorità israeliane nei giorni scorsi hanno autorizzato l’esercito a dotarsi di oltre cento cecchini esperti, assieme all’ordine di aprire il fuoco contro i manifestanti se necessario. Una pratica condannata dalle Ong per i diritti umani tra cui B’tselem, che in una nota ricorda che “sparare contro manifestanti è illegale”, e che “militari armati contro protestanti disarmati non possono considerarsi in guerra”. La Striscia di Gaza è una fascia di terra larga appena due chilometri, compresa tra Israele, Egitto e il Mar Mediterraneo, in cui vivono in condizioni precarie quasi due milioni di palestinesi. In molti hanno deciso di organizzare una marcia lungo il muro che divide Gaza da Israele, per chiedere al governo israeliano di consentire il ritorno dei rifugiati, a 70 anni da quei fatti. (Agenzia DIRE – 30 marzo 2018)
“Il silenzio dell’Unione europea e del Consiglio di sicurezza dell’Onu sull’uccisione a Gaza di almeno 15 manifestanti palestinesi da parte dell’esercito palestinese è semplicemente vergognoso”. Lo scrive su Facebook Alfredo D’Attorre di Liberi e Uguali.
“Non c’è purtroppo molto da sperare – prosegue D’Attorre – in una qualche iniziativa del governo italiano dimissionario. C’è da augurarsi che il Parlamento appena rieletto riesca a esprimere un governo in grado di riaffermare il diritto del popolo palestinese ad avere uno Stato e di sostenere senza tremori questa linea a livello internazionale”. “Anche questa sarebbe una risposta alla richiesta di cambiamento e di chiarezza che gli elettori hanno espresso il 4 marzo”, conclude D’Attorre.
Nicola Fratoianni: “Massacro a Gaza, Governo convochi ambasciatore Israele”
“16 morti e migliaia di feriti nella striscia di Gaza: sono questi i numeri del vero e proprio massacro compiuto ieri come risposta alla manifestazione dei palestinesi che chiedono il diritto alla propria terra e ad avere uno Stato. La risposta dell’esercito e del governo israeliano è stata violenta, sproporzionata, senza giustificazione. Una situazione intollerabile che va avanti da anni, nel silenzio complice della comunità internazionale”. Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali.
“Sarebbe il caso – prosegue l’esponente di LeU – che l’Italia convocasse l’ambasciatore israeliano per chiedere conto delle violenze di queste ore, visto che per molto meno e senza alcun accertamento di responsabilità nei giorni scorsi sono stati espulsi diplomatici di un altro Paese”. “Ma non ci facciamo illusioni – conclude Fratoianni – se pensiamo che il governo del nostro Paese non ha ancora voluto riconoscere lo Stato di Palestina, come chiediamo da anni”.
Agenzia DIRE
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