La dimostrazione che Benjamin Netanyahu “non è alla guida”, o che comunque sta effettuando una inversione a “u” dopo “anni di annunci populistici”: così oggi la stampa di Israele dopo la comunicazione del premier di un accordo con l’Onu sui migranti africani, con polemiche internazionali e successivo stop. Ad attaccare sono i principali giornali di Tel Aviv. Secondo Haaretz, quotidiano progressista, tra i più critici verso la coalizione di destra al governo, annunciando l’intesa con l’Alto commissariato Onu per i rifugiati Netanyahu “è stato costretto ad ammettere che la soluzione migliore è quella contro la quale si è sempre battuto”. Una lettura non cambiata nella sostanza dall’annuncio giunto nella tarda sera di ieri, quando su Facebook il primo ministro ha comunicato “la sospensione e un riesame” dell’accordo. Una mossa, questa, criticata soprattutto a destra
Secondo il quotidiano conservatore Jerusalem Post, “Netanyahu ha dimostrato che non è alla guida perché sui migranti si è piegato agli alleati di coalizione”. La tesi è che sulla retromarcia di ieri sera abbia pesato lo stop di Naftali Bennett, capo del partito ultraortodosso HaBayit HaYehudi, favorevole alle deportazioni dei richiedenti asilo eritrei e sudanesi. Secondo il leader dell’ala destra della coalizione, accogliere parte dei 40mila africani avrebbe significato trasformare Israele in “un paradiso dei migranti”. “Ore dopo una conferenza stampa drammatica – il commento del Jerusalem Post – il premier è andato da quella che Bennett aveva definito ‘una resa alla resa a Bennett’.”
Migranti da Israele all’Italia, la Farnesina smentisce Netanyahu: “Nessun ricollocamento”
Fonti della Farnesina precisano che non c’è alcun accordo con l’Italia nell’ambito del patto bilaterale tra Israele e Unhcr per la ricollocazione, in 5 anni, dei migranti che vanno in Israele dall’Africa e che Israele si è impegnata a non respingere.
L’Italia è tra i paesi che accoglieranno i richiedenti asilo che saranno espulsi da Israele. Lo ha annunciato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, parlando dell’accordo siglato con l’Uuhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati, per scongiurare il piano di rimpatri forzati di migranti verso l’Africa voluto da Gerusalemme. A dare notizia dell’accordo, che prevede il coinvolgimento di altri paesi occidentali come Canada e Germania, è stato il quotidiano israeliano Haaretz. Israele era infatti pronta a mettere in campo un programma di rimpatri forzati per i richiedenti asilo, dopo la stretta sull’immigrazione voluta dal governo. A seguito di “dure contrattazioni” con l’Unhcr, ha però fatto sapere il ministro degli Interni Arye Dery, l’agenzia delle Nazioni Unite ha accettato di ricollocare in paesi occidentali un richiedente asilo per ogni migrante “temporaneamente accolto” da Israele. Stando a quanto riportato da Haaretz, il piano di “deportazioni di massa” verso Uganda e Rwanda voluto da Netanyahu è stato cancellato “a causa di considerazioni di ordine legale e per le difficoltà diplomatiche con paesi terzi”. Sempre il giornale di Tel Aviv informa che, secondo quanto riferiscono fonti del governo israeliano, i richiedenti asilo in Israele sono oltre 40.000.
Vincenzo Giardina – Agenzia DIRE
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